Il giornalista accusato di hackeraggio

    Glenn Greenwald è un giornalista controverso. E' stato protagonista dell'inchiesta sulle rivelazioni di Edward Snowden nel 2013, per la quale ha vinto un Pulitzer, ma secondo molti suoi critici il ruolo di Greenwald in alcuni casi è stato più simile a quello di attivista che di giornalista. Da anni Greenwald vive in Brasile, dove dirige l'edizione locale del sito di inchieste The Intercept, e l'anno scorso ha pubblicato un altro scoop: decine di conversazioni WhatsApp ottenute non si sa come che mostravano che Sergio Moro, allora magistrato e in seguito ministro della Giustizia del Brasile sotto il presidente populista di destra Jair Bolsonaro, avrebbe cospirato con i procuratori del processo di Ignacio Lula da Silva, che allora era il candidato della sinistra alle elezioni ed era in testa nei sondaggi. Moro ha condannato Lula a nove anni di prigione, le elezioni le ha vinte Bolsonaro e il giudice è stato nominato ministro (in seguito Bolsonaro e Moro hanno litigato violentemente). Greenwald sostiene di aver ricevuto le conversazioni WhatsApp da una fonte anonima, ma i procuratori brasiliani a metà gennaio l'hanno messo sotto inchiesta per aver fatto parte di una “organizzazione criminale” che avrebbe hackerato i telefoni di vari funzionari pubblici per carpirne i segreti. Greenwald nega le accuse, i movimenti per la libertà di stampa si sono mobilitati, e l'inchiesta puzza molto di vendetta.