Q uando c'era una destra, Ernesto Galli della Loggia la giudicava un'anomalia infelice, per di più di plastica. Ora che al posto della destra (che si diceva a vocazione liberale) c'è il nazionalpopulismo salviniano, nella forma del bullismo o del trucismo, il nostro amico scavalca in destrezza questo piccolo problema, questa novità che ha risvolti europei e mondiali, e al partito del Papeete e del citofono offre consigli politici di moderazione come se fosse un normale soggetto di destra costituzionale e conservatrice. Se abbiamo letto bene quel che scriveva ieri nel Corriere, tra una citofonata e l'altra il senatore Salvini dovrebbe farsi establishment e inventarsi una classe dirigente competente, venire a patti con il carattere ideologicamente e perversamente antifascista dell'opinione comune repubblicana, trovare il modo di non avere contro la chiesa cattolica. Vaste programme, avrebbe detto il generale De Gaulle. Tanto più che il senatore promette o minaccia di “andare avanti come un rullo compressore”.
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