Andrea's Version

    Ho passato i settanta. Essendo stato di parte nei tempi trascorsi, vorrei tentare un'analisi serena sulla giustizia. Da vecchio. Sincera. E allora. Falsa l'idea che il magistrato giudicante potesse tendere al pregiudizio verso l'imputato solo perché associato in carriera al pubblico ministero. Lo insinuai. Sbagliavo. Lo stesso pubblico ministero incaricato delle indagini preliminari, oltreché delle prove a carico dell'indagato, era obbligato per legge a riscontrare quelle in favore. Lo ripeteva sempre il dottor Davigo. Non gli credevo. Ammetto il torto. Se valeva per l'accusa, figurarsi per il magistrato terzo, incaricato del giudizio. E poi da lì, logica via logica, per l'intera magistratura. Ridomando scusa. Bon. Tutto questo restando agli atti, ecco poi che con l'arresto del giudice Marco Petrini, Corte d'appello di Catanzaro, il vecchio dubbio di nuovo s'insinuava. Ascoltando i colleghi in toga pareva che il dottor Petrini, in toga pure lui, sentenziasse in cambio di una scopata. Tot copulae, tot sententiae. Ben altra era vera la giustizia. E l'avevo capito. E a torto mi chiedevo: Davigo, però, scopa?