W il proporzionale! Andare oltre il gossip sulle divisioni dei Reali
Al direttore - Ora però non è che arriva Trump che dice due scemate e i due libici si mettono d'accordo?
Giuseppe De Filippi
Al direttore - L'ultima battaglia politica di Bettino Craxi fu contro la pessima idea di arrivare alla riforma del sistema elettorale tramite un percorso referendario. Fu una battaglia senza successo e da allora quell'idea continua a dominare le nostre cronache. All'inseguimento di questo o quel sistema elettorale, Parlamento, governo, Corte costituzionale, presidente della Repubblica, sembrano aver smarrito ruoli e prerogative degne di una democrazia liberale. Craxi non fu ascoltato, si preferì demonizzarlo e ancora ci si consuma alla ricerca del settimo sistema elettorale in meno di trent'anni. Di qui tanta attesa e tanta curiosità sul film di Amelio: una delusione, perché ambientato esclusivamente in Tunisia, ispirato a pettegolezzi, insinuazioni, silenzi ancora troppo frequenti nella storia d'Italia. Certo, l'interpretazione di Favino è convincente. Ma prevale l'impressione che, più che Craxi, Favino si rifaccia a Crozza che ironizza su Craxi.
Luigi Compagna
Al direttore - Harryvederci Londra.
Gino Roca
Il magnifico direttore di Libération, Laurent Joffrin, ieri nella sua newsletter quotidiana ha offerto una chiave di lettura originale per mettere a fuoco il senso dello scontro interno alla famiglia Reale. All'interno dell'equilibro della famiglia, la coppia ultra modaiola e ultra mediatica formata da Harry e Meghan incarnava la modernità, concetto non semplice da gestire per una monarchia che da secoli tenta ogni giorno di trovare il giusto equilibrio tra tradizione e progresso, tra passato e presente, tra storia e contemporaneità. In questo senso, la decisione di mollare la famiglia Reale è una rescissione di una sorta di contratto implicito che lega gli uni con gli altri i membri della famiglia Windsor: si rende in qualche modo incompatibile la piena libertà individuale con il rispetto di una grande tradizione. Le nazioni, ha ricordato Joffrin, hanno bisogno di simboli, di profondità storica, di riferimenti permanenti che incarnano la loro unità e la loro sostenibilità lungo i vari passaggi della storia: la funzione politica della monarchia britannica oggi è anche questa e mettere a rischio la sua credibilità significa mettere a rischio tutto ciò che in un paese incarna i valori comuni dell'unità nazionale. Oltre il gossip forse c'è molto di più.
Al direttore - Ho letto con una certa sorpresa che nell'agenda del seminario del Pd, in corso in un'abbazia del reatino, è assente la riforma del Rosatellum. E' vero che sul ritorno al proporzionale l'intesa col M5s sembra ormai chiusa. Tuttavia, il luogo scelto per il conclave si sarebbe ben prestato a un supplemento di riflessione. Infatti, le tecniche elettorali non ci arrivano dai greci, che di norma ricorrevano al sorteggio, ma dagli ordini religiosi, dai monaci arroccati nei loro conventi-fortilizi che nell'alto Medioevo dovevano eleggere i propri superiori. Non potendo ricorrere al principio ereditario, non restava che il voto. Così dobbiamo alla fantasia dei monaci il voto segreto e l'elaborazione di regole maggioritarie. Anche se va aggiunto, per amore di verità, che alla fine l'elezione doveva risultare unanime (i riottosi venivano convinti a bastonate). Ovviamente scherzo, ma fino a un certo punto.
Michele Magno
Interessante. Eppure, rispetto alla riforma elettorale, le cose sono infinitamente più semplici. Nel 2016, gli italiani avrebbero potuto votare a favore di un sistema istituzionale semplificato, capace di mettere insieme un monocameralismo quasi perfetto e una legge elettorale con doppio turno collegata a quella riforma. Nel 2016, gli italiani scelsero di votare contro quella legge costituzionale, rendendo la legge elettorale a doppio turno non più adatta per il contesto politico. Successivamente, i vincitori del referendum del 2016, M5s e Lega (con Forza Italia rimasta alleata della Lega) si sono ritrovati a far parte della maggioranza nata alle elezioni del 2018. Il Parlamento nato anche sulla scia di quella partita referendaria (se la Lega voleva il maggioritario poteva pensarci due anni fa, no?) oggi si trova a scegliere che legge elettorale regalare al paese e non si capisce per quale ragione dopo aver visto bocciare un modello maggioritario oggi si debba andare verso un modello diverso dal proporzionale (e a maggior ragione non si capisce cosa ci sia di strano nel vedere una maggioranza nata per non regalare i pieni poteri al nazionalismo che si attrezza per non creare un sistema che renda facile al leader dei nazionalisti italiani il rapido raggiungimento dei pieni poteri). Un giorno forse l'Italia avrà una legge elettorale dei sogni, quella simile al modello dei sindaci, ma fino a che quel giorno non ci sarà occorrerà accontentarsi di un bellissimo proporzionale, non sufficiente per mettere al riparo la democrazia italiana dagli invasati antieuropeisti ma necessaria per creare le condizioni minime per renderlo un po' meno scontato.
Al direttore - Testimone in aula: “Berlusconi trombava”. E la “notizia” campeggia sui siti dei giornaloni. Insomma il processo per un pelo di quella lana è senza fine. In pratica pronto il Ruby-quater. E' la giustizia bellezza.
Frank Cimini
Al direttore - Sicuro che andrò a ordinare la miglior carbonara di Roma al Girasole della Garbatella, come consiglia Giovanni Battistuzzi e me ne fido. Certo che battere la carbonara del Carrettiere di Trastevere, a due passi dalla vecchia redazione del Foglio, è più dura del passo indietro dei magistrati.
Andrea Marcenaro


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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