M assima attenzione, oggi, per il discorso al Corpo diplomatico che il Papa pronuncerà davanti ai diplomatici accreditati presso la Santa Sede. Con i venti di guerra che soffiano nel vicino e medio oriente, sarà interessante ascoltare quel che Francesco dirà dopo l'invito all'autocontrollo dato domenica scorsa all'Angelus. I destinatari erano sì tutti gli attori in gioco – americani e ayatollah – , ma è chiaro anche al più piccolo dei bambini presenti in piazza San Pietro che il pensiero di Jorge Mario Bergoglio fosse rivolto a Donald Trump, reo d'aver autorizzato l'assassinio di Qassem Suleimani, macellaio iraniano che sulla coscienza ha talmente tanti morti – anche civili, benché sovente pure tra gli osservatori cattolici e paravaticani questo “dettaglio” venga taciuto, come dimostrano i disperati tweet del priore emerito di Bose, fratel Enzo Bianchi – che il computo complessivo è impossibile. Non è un mistero che la Santa Sede avesse benedetto, con tanto di attestazioni pubbliche, l'accordo sul nucleare – stracciato nel 2018 dall'Amministrazione americana a guida repubblicana – puntando proprio sugli sciiti di Teheran per stabilizzare la regione. Un auspicio probabilmente da riporre nel cassetto, benché – come scrive questo giornale da giorni – i toni sull'imminente Terza guerra mondiale appaiono esagerati. In ogni caso, il Papa andrà ascoltato. Cercando di cogliere anche quanto non dirà esplicitamente: spesso, ciò che si nasconde dietro pause e cambiamenti di tono, rivela molto di più del testo scritto. (mat.mat)
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE