Roma. La preoccupazione maggiore della Santa Sede dopo l'eliminazione del “generale dei generali” iraniano, Qassem Suleimani, è che la Terza guerra mondiale a pezzi, così come l'ha definita più volte Papa Francesco, trovi altro terreno fertile per diffondersi in aree geografiche sempre più vaste. E' il problema di comprendere le conseguenze, quel che accadrà ora non solo nel quadrante del vicino e medio oriente, ma anche altrove, dall'Asia orientale all'Africa. E' in questo senso che vanno lette le parole pronunciate da Bergoglio domenica all'Angelus, quando ha richiamato tutti all'autocontrollo. La mossa americana non è piaciuta in Vaticano, e quel che si pensa oltretevere l'ha scritto Avvenire sabato in prima pagina: “Un'uccisione a freddo che – al di là delle pur ineludibili questioni morali legate all'uso dei droni come freddi cecchini tecnologici – rappresenta un'escalation dalle conseguenze difficilmente valutabili. E che riflette l'atteggiamento incomprensibile e indifendibile dell'Amministrazione Trump, la quale sembra procedere ormai senza alcuna seria pianificazione strategica, per colpi di testa, mosse impulsive, in balìa di consiglieri improvvisati e radicali”. Non è un caso che il prudente nunzio a Teheran, mons. Leo Boccardi, abbia detto subito che “le regole del diritto devono essere rispettate da tutti”. Una dichiarazione che – chissà quanto volutamente – ricalca quella dell'ambasciatore iraniano all'Onu, Majid Takht Ravanchi: “Si tratta di una grave violazione dei princìpi di diritto internazionale, compresi quelli stipulati nella Carta delle Nazioni Unite”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE