Alla richiesta di provare Audible torna in mente il tempo (scaduto da un bel po') di una piccola scoperta. Esistevano meraviglie chiamate “audiobook”, e siccome ogni occasione era buona per far pratica con l'inglese, tornammo da un viaggio carichi di audiocassette, tra cui la lettura integrale di “Pride and Prejudice” (allora, Jane Austen era materia di culto solo presso certe signorine britanniche). Scriviamo fuori casa, ma siamo sicuri che il malloppo deve essere ancora da qualche parte, assieme a certi vecchi numeri del “Male”. Le cassette furono ascoltate fino a consunzione del nastro, in alternanza con i racconti di Edgar Allan Poe, e con la serie radiofonica “Crime Museum” (un oggetto esposto in bacheca, una storia da raccontare). Speravamo servissero da conforto nel pendolarismo automobilistico. Scoprimmo che un romanzo nelle orecchie ci distraeva al punto da diventare un pericolo pubblico.
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