Che la scena tecnologica di Israele sia una delle migliori al mondo è noto. Ma il 2019 per lo stato ebraico è stato straordinario, dal punto di vista dell'innovazione e degli investimenti in tecnologia. Per esempio: nel 2019, in Israele il numero di unicorni, cioè di startup che ottengono una valutazione superiore al miliardo di dollari, è praticamente raddoppiato, da 11 a 20. Non è soltanto il tasso di crescita a impressionare, è il fatto che di stati con 20 unicorni ce ne sono pochi in circolazione. Meglio di Israele fanno soltanto gli Stati Uniti, la Cina e il Regno Unito. L'Italia, per dire, ha zero unicorni, Francia e Germania una manciata. Certo, da qualche tempo si parla di come le quotazioni di certe startup siano gonfiate, ma per Israele un numero così alto di aziende tecnologiche che raggiungono un valore stratosferico è probabilmente un segno di maturità. Fino a pochi anni fa tutte le aziende tech israeliane puntavano a una “exit”, cioè a farsi acquisire da un gigante americano, come Waze comprato da Google. Se i gioielli tech rimangono in proprio e diventano grandi a loro volta è un buon segno per Israele.
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