J ohn O'Hara non è stato certo un uomo facile. Baciato da un successo in vita che per quanto ampio non riteneva commisurato alla sua bravura, dilaniato da un perenne complesso di inferiorità per non aver frequentato le università della Ivy League e per le sue radici irlandesi, prima dei trent'anni aveva già alle spalle il naufragio di un matrimonio burrascoso (ne avrebbe totalizzati tre) ed era già riuscito a farsi cacciare da un'infinita serie di giornali e posizioni più o meno di rilievo. Il ricordo del suo temperamento del resto è tanto unanime quanto lapidario. Era rissoso e aveva orari irregolari, beveva troppo e non le mandava certo a dire. A detta di Fran Lebowitz: “Chiunque lo conoscesse di persona lo detestava”. Lui stesso ci metteva del suo, aveva avviato la collaborazione settimanale con Newsday con un editoriale che attaccava così: “Vediamo di cominciare col piede sbagliato”.
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