Questione di fiducia

    Nonostante sia in aumento dall'inizio dell'anno, la fiducia dei consumatori italiani resta la più bassa d'Europa e del mondo e riflette il pensiero negativo sulle prospettive economiche del paese a cui si sono aggiunte di recente le preoccupazioni per i cambiamenti climatici. Del resto, l'Italia registra il più basso tasso di crescita del pil in Europa e dall'ultimo Global Consumer Conference emerge che la maggioranza dei cittadini pensa che l'Italia sia un paese in forte recessione. L'incertezza politica, inoltre, incide sempre di più sul sentiment dei consumatori e non solo in Italia. Le ultime rilevazioni Nielsen prendono anche in considerazione i principali fattori di preoccupazione. Numeri di Mariarosaria Marchesano.

    71

    E' l'indice di fiducia dei consumatori italiani nel terzo trimestre del 2019 (in crescita di due punti rispetto al trimestre precedente e di quattro punti da gennaio) contro una media europea di 88 punti e una media mondiale di 107.

    104

    E' l'indice di fiducia in Germania, il più alto d'Europa (96 nel Regno Unito, 80 in Francia, 87 in Spagna).

    19 per cento

    In base alle rilevazioni Nielsen, la percentuale di consumatori che mette al primo posto il lavoro come fonte principale di preoccupazione (5 punti percentuali in più rispetto al trimestre precedente). A quota 12 per cento l'apprensione per il riscaldamento globale (in crescita del 7 per cento dal trimestre precedente) e la preoccupazione per l'economia del paese, nonostante questa sia in decisa discesa (-5 punti percentuali).

    6 per cento

    E' la quota di consumatori italiani interpellati da Nielsen che si preoccupa per il fenomeno dell'immigrazione (-1 punto percentuale), a pari livello di quella riguardante la stabilità politica (-1 punto percentuale).

    78 per cento

    Gli italiani che ritengono che il paese sia in recessione. E solo il 17 per cento pensa che si uscirà dalla crisi nei prossimi 12 mesi (erano il 22 per cento nel secondo trimestre). In crescita però, attestato al 22 per cento (+4 punti percentuali), la quota del campione che si dichiara fiduciosa nella ripresa del mercato del lavoro.

    31 per cento

    Meno di uno su tre i consumatori che si dichiarano positivi/ottimisti sullo stato delle proprie finanze: erano il 34 per cento nel trimestre precedente.