Il mistero della fabbrica apple di trump

    Alla fine di novembre, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha viaggiato ad Austin, Texas, assieme a Tim Cook, il ceo di Apple, per inaugurare una nuova fabbrica della grande azienda della mela. Trump, soddisfatto, ha detto durante la cerimonia di inaugurazione: “Questo per me è un giorno molto speciale”, e poco dopo ha twittato: “Oggi ho aperto una grande fabbrica di Apple in Texas che riporterà in America posti di lavoro ben pagati”. Cook, serafico, ha ringraziato il presidente e il suo staff: “Sono grato per il loro sostegno nel rendere possibile la giornata di oggi, non ce l'avremmo fatta senza di loro”. Tutto bello, c'è solo un problema: la fabbrica è stata inaugurata nel 2013, ed è attiva e in produzione da oltre sei anni. Trump non ha inaugurato niente.

    Ora, non è difficile immaginare che un presidente con un rapporto piuttosto labile con la verità come Donald Trump sia invitato in una grossa fabbrica e decida che è ora di re-inaugurarla a proprio vantaggio. La questione che tutti si sono posti tuttavia è: perché Tim Cook non lo ha corretto? Il fatto è che Cook è stato tra i pochi grandi ceo a farsi amico il presidente (un altro è Mark Zuckerberg di Facebook). Ha le sue ragioni: Apple ha disperato bisogno di una esenzione ad hoc dalla trade war per non vedere disintegrate le sue vendite in Cina, che costituiscono una parte consistente del fatturato.