Svegliare i sonnambuli d'Italia sulla vergogna del processo senza fine

    In un paese civile desideroso di togliersi dal collo il cappio letale del giustizialismo grillino le principali energie dei politici responsabili e degli osservatori con la testa sulle spalle dovrebbero essere concentrate nel denunciare uno dei principali scempi con cui dovrà fare i conti la nostra democrazia a partire dal primo gennaio del 2020. Anche questa settimana, con ogni probabilità, verrà egemonizzata dal dibattito surreale intorno alla riforma o alla non riforma del Fondo salva stati, una riforma negoziata dagli stessi irresponsabili leader politici che oggi improvvisamente e spassosamente si ritrovano all'opposizione delle loro stesse politiche, ma se c'è un tema che meriterebbe di essere portato in Parlamento, costi quel che costi, quel tema dovrebbe coincidere con un orrore giuridico approvato lo scorso anno dal Movimento 5 stelle di Luigi Di Maio e dalla Lega di Matteo Salvini. La storia probabilmente la conoscete già: a partire dal primo gennaio del 2020, grazie a una riforma votata in questa legislatura dalla ex maggioranza gialloverde, scatterà la sospensione della prescrizione “dalla pronunzia della sentenza di primo grado o del decreto di condanna fino alla data di esecutività della sentenza che definisce il giudizio o dell'irrevocabilità del decreto di condanna”.