In questo teatrino nessuno è reo, nessuno è innocente
Molti politici non vogliono pigliare pesci, ché pescare è per paradosso uno sport da coraggiosi, e tacciono invece di prendere posizione. Molti di noi, di fronte allo scandalo giudiziario intorno alla Fondazione Open e al giro di Matteo Renzi, non sappiamo che pesci pigliare. Di qui le prudenze, gli imboscamenti, i rinnegamenti e altra consueta materia di renitenza a capire e di viltà che abbiamo ben conosciuto fin dagli anni, e qui il tempo si è fermato, di Craxi e di Berlusconi. Io mi faccio aiutare da Alessandro Manzoni, conoscitore del cuore umano e dei fatti di giustizia: mise in bocca al dottor Azzecca-garbugli che “a saper ben maneggiare le gride, nessuno è reo e nessuno è innocente”. E lì siamo, immobili intorno alla verità di quel brocardo.
Una volta i finanziamenti erano rigorosamente in nero, mazzette, in rubli in dollari in lire. Gli agenti del nero circolante erano eroi della causa nella Guerra fredda, e nell'epoca in cui furono approvati i finanziamenti pubblici un'amnistia (1989) li liberò dal fardello di doverlo eventualmente dimostrare in tribunale. Poi c'erano i profittatori, e quelli ci sono sempre, specie quando un flusso finanziario è segreto e corre di mano in mano. Era un sistema, che a un certo punto saltò travolgendo la repubblica dei partiti.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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