Le dighe per fermare l'acqua alta dell'inaffidabilità hanno una falla: il grillismo
Apensarci bene, dopo avere osservato come tutti in modo compulsivo le immagini ipnotiche che arrivano da Venezia, il problema vero sul quale varrebbe la pena riflettere non è tanto il modo in cui l'acqua alta è arrivata all'interno della laguna ma è il modo in cui l'acqua alta è arrivata all'interno dell'Italia. La metafora dell'acqua alta, lo sappiamo, è abusata ma da molti punti di vista bisogna riconoscere che l'Italia di oggi si trova in una condizione non troppo diversa rispetto a quella in cui si trova Venezia: un paese semplicemente meraviglioso che, proprio come Venezia, conosce bene i suoi problemi ma che per ragioni misteriose spesso è incapace di governarli. L'immagine rimasta impressa negli occhi di molti a Venezia è quella del Mose e, come ha ricordato venerdì su Twitter il nostro amico Giuseppe De Filippi, la regola del Mose negli ultimi anni è stata questa: quando non c'è l'acqua alta il Mose è per tutti o quasi uno spreco vergognoso, quando c'è l'acqua alta per tutti o quasi è assurdo che non sia in funzione. Negli ultimi giorni, in modo comico, il Movimento 5 stelle, che da anni sostiene l'inutilità del Mose – Beppe Grillo ha provato a cancellare alcuni suoi post del passato tuttavia l'archivio della rete non perdona – ha sostenuto che lo scandalo non sia la presenza del Mose ma la presenza di un non funzionamento, e ci fa piacere che anche i grillozzi ci siano arrivati.


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