Cuore fisso per Mourinho, Odessa e i contanti
Perché Milani non tiene più all'Inter. Il viaggio che gli ha cambiato la vita passa per il bar Quattro cani a Verona
Scrivo a Cuorefisso perché il cuore mi batte un po' anche sul portafogli. Cosa ne pensi di tutto questo discutere di contanti e carte di credito e bancomat? Grazie, un saluto dal Veneto (ti leggo sempre).
Stefano, Vicenza
Per rilanciare i consumi (e l'economia) c'è un solo metodo: abolire le carte di credito. Pagare tutto in contanti, anche le spese per acquisto della villa con piscina. Il venditore poi porta in banca i 500 mila euro con la certezza che la banca non segnala tale versamento, come si fa adesso. Un altro vantaggio non trascurabile nell'eliminare le carte di credito è che circa il 19 per cento di tutta la plastica sul pianeta è usata per fabbricarle. Per cui anche l'ambiente ha un vantaggio. Anche i pagamenti in oro sono graditi; ecco perché la Bce dovrebbe stampare dei lingotti da 150 euro, 50 euro ecc. Fino al Lingotto da 1 kg, che per convenzione ha il prezzo bloccato a 26 mila euro. Con quello vai dal concessionario d'auto, ritiri un bel modello a benzina e paghi con lui. Noi di “Rinnovamento italiano” ci siamo ancora. Il partito del presidente Lamberto Dini vale il 5 per cento dei voti, ma vediamo l'ultimo sondaggio su intenzioni di voto.
Lega 21 per cento, Pd 21 per cento, M5s 10 per cento, Italia viva + Rinnovamento italiano 18 per cento, Forza Italia 9 per cento, Fratelli d'Italia 9 per cento, Leu 0,5 per cento.
Gradimento leader: Maroni Roberto 72 per cento, Zingaretti 71 per cento, Salvini Matteo 41 per cento, Renzi 72 per cento, Bossi Umberto 42 per cento, Dini 70 per cento, Di Maio 41 per cento, Berlusconi 72 per cento, Meloni 65 per cento, Cottarelli 51 per cento, Conte 50 per cento.
Ciao Maurizio, mi hanno detto che forse dal prossimo sabato scriverai anche sul Foglio sportivo. Ti chiedo: cosa ne pensi della sconfitta di Conte e dei suoi in Germania?
Diego, Busto Arsizio
Caro Diego, questa non è una risposta ma un articolo completo che avevo già preparato per il Foglio sportivo (ma anche no). Titolo: Perché non tengo più all'Inter F.C. Milano.
La delusione (sportiva) più grande che ho avuto è stata questa: “Mourinho si offre per tornare ad allenare l'Inter”. La società dice no!! Roba da matti. Quante volte in questi nove anni (dalla Champions 2010) abbiamo detto “Sarebbe bello rivedere il Mou sulla nostra panchina”. Era il sogno di noi tifosi interisti. Ma ti immagini la prima partita in casa con Mourinho che entra a San Siro? 87.000 tifosi in piedi ad applaudire e tutti: Mou Mou Mou… Mou… Invece questi hanno detto no a Mourinho. L'allenatore che ci ha fatto vincere la Champions dopo decenni! Sì, perché le coppe dei campioni dell'Inter erano ancora a forma di anfora. Filmati in bianco e nero. Nessuno ci avrebbe sperato. Invece nel 2010 l'abbiamo vinta. Coppa Italia e scudetto valgono lo 0,0005 per cento rispetto a vincere una Champions. Ma quando capita. Firmerei per una finale (anche perdere poi 5 a 2). Scusi dirigenza dell'Inter, ma come si fa a dire di no a uno che ha fatto tornare l'Inter tra le prime squadre in Europa? Solo di abbonamenti se c'era Mourinho (75.000) poi facevamo 15 milioni su Sky (in Italia), 1 miliardo nel mondo. L'entusiasmo è tutto se hai una passione. Ecco perché non tengo più all'Inter. Dovevate dire: “Certo signor Mourinho, siamo onorati che voglia tornare da noi. Perché l'Inter è casa sua”.
Bello il viaggio che ti ha cambiato la vita che hai raccontato settimana scorsa. Ma come è finito?
Annalisa, Cuneo
Eravamo rimasti che mi hanno arrestato a Modena per vagabondaggio. Durante la traduzione al carcere sono scappato. Subito però mi sono costituito. Per cui il giudice mi ha detto “Non farlo più; puoi andare. Anzi, perché non vai a piedi a Pola in Istria?”. Non potevo deluderlo. Sono partito per quella città. A Verona sono stato coinvolto in un tumulto. Ci siamo bastonati tutto il giorno. Noi si sosteneva che la più bella barista di Verona è la Laura del bar Quattro cani di piazza Paolo Mazzini, gli altri erano per la Cristina del bar dei Tori. Alla fine la polizia veterinaria ci ha disperso. Mi sono trovato all'aeroporto Catullo di Verona. Qui ho preso un volo per Odessa. Che bella città, non pensavo. Subito ho aperto un negozio per grandi obesi, che ho venduto ieri. Ecco quella Primavera e il viaggio del 1999 mi hanno cambiato la vita. Anche perché a Odessa mi sono sposato con la commessa. Abbiamo cinque figli, tutti in comune. Chi come dipendente, chi come amministratore, uno è anche il regista dello spot della Tim. Pubblicità bellissima. Quello che il primario è al matrimonio della figliastra e viene disturbato. Esce dalla cerimonia e appoggia il telefono su una colonna bizantina. Mette la maschera e via. Il trapianto è cosa fatta. Però i parenti si lamentano, sia quelli della cerimonia, sia quelli che volevano il primario presente. A quel punto lui si dimette. Dimissioni respinte del ministro Grillo. Da Odessa andavo diverse volte a piedi a Varna. Qui parlo oggi, parlo domani con una donna titolare di mobilificio, mi sono innamorato. Ho vissuto con lei venti anni. Ci siamo lasciati oggi. Il motivo è semplice. Lei fa: “Non voglio un uomo che quando l'ho conosciuto era romantico e adesso corre nudo in giardino per farsi pungere dall'ape. Che poi non è detto. L'ape se ti punge ti punge lì, cretino. Ti lascio”. In stazione a Odessa ho conosciuto un tenente arabo. Abbiamo parlato per circa un'ora, poi lui è andato via con una donna molto bella, penso dei servizi segreti arabi. (2- continua)


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