Oltre l'Umbria. Perché Pd e M5s devono governare senza pensare alle regioni
La trasformazione del voto di ieri in Umbria in un termometro utile a misurare lo stato di salute della maggioranza rossogialla è la fotografia perfetta di un equivoco politico destinato a corrodere il futuro del governo. Il risultato finale del voto umbro potrà essere utilizzato in modi molto differenti l'uno dall'altro ma a prescindere dalla performance registrata dalla pazza alleanza formata da Pd e M5s il vero dato su cui bisognerebbe riflettere è se per l'Italia sia positivo oppure no portare fuori dal perimetro dell'esecutivo il patto politico tra il Pd e il M5s. La risposta, al netto del risultato del candidato civico scelto da Pd e M5s, è che nessun esponente dei partiti che fanno parte della maggioranza di governo è riuscito in queste settimane a dimostrare che l'unione tra Pd e M5s potesse essere qualcosa in più di una semplice sommatoria di debolezze simmetriche. A livello nazionale, l'incontro tra il Pd di Nicola Zingaretti e il Movimento 5 stelle di Luigi Di Maio ha avuto in questi mesi un senso politico nella misura in cui l'Italia, grazie alla strana alleanza di governo, è riuscita a tenere lontano da Palazzo Chigi un partito guidato da un leader molto pericoloso, non pregiudizialmente contrario a spostare l'asse dell'Italia più verso Mosca che verso Washington, non pregiudizialmente ostile rispetto a uno scenario dell'Italia fuori dall'Europa, non pregiudizialmente sfavorevole a lavorare per far uscire l'Italia dalla moneta unica.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
