Il destino economico europeo e il populismo

    L e obbligazioni con rendimenti negativi – che ora rappresentano un quarto del mercato obbligazionario mondiale – non fanno ben sperare per il futuro economico anche se, come sempre, alcune persone potrebbero guadagnarci qualcosa”, scrive Theodore Dalrymple sul City Journal. Dopotutto, queste obbligazioni fungono da ombrello che ci protegge da un monsone in arrivo. L'economia è sempre più tenebrosa. Un senso di presagio si sta diffondendo in Europa, dove la crescita rimane stagnante e la disoccupazione in molti paesi è alta. E' condivisa l'opinione che tassi di interesse ancora più bassi – che di fatto penalizzano i risparmiatori – non rianimeranno le economia dei paesi europei. Avendo perso il controllo delle proprie valute per via della formazione di un'unione monetaria, non possono nemmeno dare uno stimolo fiscale all'economia. Così, diamo credito alle proposte – enunciate recentemente anche dalla prossima presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde – di chi vorrebbe raccogliere un largo budget europeo che possa agire come stimolo sui diversi paesi, quando necessario”.

    Tale bilancio è visto da alcuni come un antidoto alla diffusione del nazionalismo populista in Europa, ritenuto una conseguenza della debolezza economica del continente. Un editoriale del Guardian di qualche giorno fa insinuava che “il nazionalismo che fa leva sull'angoscia e il disagio delle persone può essere sconfitto con il bazooka di un budget europeo”. L'idea di fondo dell'articolo è che se i governi spenderanno abbastanza soldi da risanare l'economia, le persone metteranno da parte le proprie istanze populiste per abbracciare, come in passato, la socialdemocrazia. Sorge però un problema. Per dare forza al bazooka è necessario l'intervento della “locomotiva d'Europa”, la Germania. Solo che i tedeschi non hanno intenzione di contribuire alla causa comune.

    “La Germania ha recentemente fatto dei prestiti su larga scala, ma i risultati economici o politici, non sono stati felici. Ovviamente, un'unione politica più affiatata – ovvero il presunto obiettivo dell'Unione europea, ma che gli europei hanno rifiutato a più riprese – potrebbe imporre alla Germania prestiti da redistribuire in un'ottica keynesiana. Comunque, non è facile immaginare che i tedeschi possano accettare un'imposizione del genere. Infatti, questo sarebbe il modo migliore per esasperare il nazionalismo teutonico, proprio quello che il bazooka dovrebbe distruggere. La situazione potrebbe farsi ancora più pericolosa, in quanto la Germania ha raggiunto una posizione economica preminente poiché, almeno in parte, non ha consentito una crescita commisurata del tenore di vita della sua popolazione, la quale non sarebbe felice di svolgere il ruolo assegnatogli dall'Unione europea. Guardandoci attorno – conclude Dalrymple – non ci sembra di vedere i paesi europei affondare nella povertà. Ma, dopotutto, nessuno notò qualcosa di strano a New York prima del martedì nero del 29 ottobre 1929”.