Cosa vi siete persi
Asse Conte-Zingaretti
“Il premier e il segretario del Pd non hanno intenzione di fare i cirenei nella maggioranza, di tollerare l'ansia da prestazione dei due alleati, di accettare che la logica dei sondaggi produca un bradisismo quotidiano nel governo. Se il disegno di Di Maio e Renzi – ritenuto peraltro ‘velleitario' – fosse quello di stressare la situazione e indebolire progressivamente l'esecutivo per arrivare a un cambio in corsa del presidente del Consiglio in primavera, allora è certo che Conte e Zingaretti giocherebbero d'anticipo. E' uno schema per certi aspetti noto, se è vero che dieci giorni fa il ministro Guerini – in una riunione di partito – convenne con il leader del Pd: ‘Se ci provassero – disse riferendosi a Di Maio e Renzi – noi dovremmo tirarci indietro'. E stavolta sì che il premier si dimetterebbe, e il leader dem lo asseconderebbe, ritirando la delegazione da Palazzo Chigi e dichiarando l'indisponbilità ad altre opzioni di governo, con l'obiettivo di andare subito alle urne”.
Francesco Verderami, “Il premier, i dem e il piano B: se insistono, si va subito alle urne”, Corriere della Sera, 19 ottobre
Asse Renzi-Di Maio
“Quando entra quasi di corsa nella sala stampa dell'Europa Building, Giuseppe Conte strizza gli occhi in modo innaturale. E' il segno di una rabbia che fatica a contenere. Pochi minuti prima, al telefono, Luigi Di Maio gli ha anticipato il comunicato, durissimo, con cui rimette in discussione l'intera manovra, ricordandogli chi comanda: ‘Senza il nostro voto – mette nero su bianco il leader – non si fa niente. Dall'alto del nostro consenso popolare, siamo l'ago della bilancia per ogni misura'. L'avvocato è una furia. ‘Sembra quasi d'accordo con Renzi – si sfoga prima di presentarsi davanti ai cronisti – In troppi provano a indebolirmi, come se mi considerassero un ostacolo, forse a causa del mio consenso. Fosse così, sarebbe grave. Ma non voglio crederci'”.
Tommaso Ciriaco, “Manovra, assedio a Conte. 5S-Iv vogliono un vertice”, la Repubblica, 19 ottobre
Di Maio segretario del Pd
“Le dichiarazioni di Luigi Di Maio sono ormai pienamente rappresentative dell'attuale linea del Pd. Basta leggere la sua intervista di ieri a Repubblica. Persino sul vincolo di mandato, all'intervistatrice che gli domanda cosa lo spinga a credere che il Pd possa aprire a una simile ipotesi, in contrasto con fondamentali principi costituzionali, Di Maio può rispondere serenamente: ‘Sulle multe in Umbria per chi cambia partito ci hanno seguito'. E così su tutto il resto. Decreti sicurezza: ‘Saranno cambiati seguendo le indicazioni del Quirinale, ma l'impianto è giusto… Certo se ci sono Ong che violano il codice scritto da Minniti, vanno fermate'. Ius culturae: ‘Il Parlamento è sovrano, ma una maggioranza su questo tema non c'è. Nei Cinque stelle ci sono posizioni diverse e lo stesso vale per il Pd'. Manovra: ‘Sull'Iva sono d'accordo il governo e tutte le forze parlamentari. Non aumenterà'. Per una volta, Di Maio dice la pura verità. Sono tutti d'accordo. Infatti non c'è una sola delle questioni al centro dell'iniziativa di governo su cui il Pd abbia preso una posizione autonoma. Trattandosi non di chiacchiere, ma delle scelte fondamentali su economia, giustizia, sicurezza e riforme istituzionali, a questo punto, le cose sono due: o il Pd dimostra di avercele, delle posizioni autonome, oppure tanto vale eleggere Di Maio segretario del Pd. Dal momento in cui Di Maio è già oggi l'unico a fare politica, e di conseguenza anche a decidere la linea dei democratici, non si capisce a cosa dovrebbe servire un altro segretario del Pd”.
Francesco Cundari, “Scusate, ma a questo punto non è meglio fare Di Maio segretario del Pd?”, Linkiesta, 12 ottobre
Un po' più serio
“Un partito che è opposizione è ovvio che non può che augurarsi che il sindaco che combatte [Virginia Raggi, ndr] cada, ma questo è lapalissiano. Io dico una cosa un po' più seria: costruiamo un'alleanza economica, culturale, sociale, per dare a questa città una speranza e un futuro, perché non bisogna solo cambiare il sindaco, bisogna anche vincere le elezioni”.
Nicola Zingaretti, segretario del Pd, a Sky Tg24, 18 ottobre
CasaPound della libertà
“Giusto manifestare contro questa manovra tasse e debito, ma stare in piazza con esponenti di estrema destra, che hanno già annunciato la loro presenza, mette in difficoltà chi, come me, condivide storia e valori rappresentati negli ultimi 25 anni da Forza Italia”.
Mara Carfagna, deputato Forza Italia, Twitter, 17 ottobre
Discontinuità ragionevole
“Ma noi abbiamo messo in campo una discontinuità significativa ma ragionevole, che si esercita su più piani. Ce n'è prima di tutto una di metodo, perché stiamo dimostrando che la flessibilità senza inutili tensioni sui mercati e con Bruxelles è possibile, mentre la linea dello scontro ha avuto un impatto pesantissimo sulla finanza pubblica, e alla fine ha ridotto paradossalmente anche la stessa possibilità di chiedere spazi aggiuntivi a Bruxelles. Poi, c'è la discontinuità di merito. Per esempio nel dire no ai condoni e mettere risorse su investimenti e cuneo fiscale invece che sulla Flat Tax”.
Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia, intervista al Sole 24 Ore, 17 ottobre


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