
L'autobiografia di snowden ha un problema: è poco scottante
L'autobiografia di Edward Snowden, il whistleblower della Nsa, è finita su tutti i giornali non tanto per il suo contenuto ma perché, in concomitanza con la sua pubblicazione a settembre, l'Amministrazione Trump ha citato Snowden in giudizio. La Casa Bianca non vuole ritirare il libro dal mercato: “Permanent Record”, così si chiama il saggio, è probabilmente il documento meno scottante mai rilasciato da Snowden. Vuole però sequestrarne i profitti perché Snowden, quando lavorava per la Nsa, aveva firmato un contratto di segretezza non rispettato. Diatribe giudiziarie a parte, “Permanent Record” è un'autobiografia relativamente classica: racconta la storia di un ragazzo intelligentissimo che fin dall'infanzia cercava il modo di sfidare un potere costituito che lui riteneva corrotto, fino al grande leak. Il tono è autoassolutorio, e difficilmente il libro cambierà le opinioni molto divergenti che il pubblico ha su di lui: chi considera Snowden un eroe continuerà a considerarlo tale, così come chi lo ritiene una spia al soldo dei russi.


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