La differenziata di Raggi

    Roma doveva essere il laboratorio nazionale del grillismo, tutta democrazia diretta e lotta alla casta e ai poteri forti, mobilità sostenibile, trasporti perfettamente funzionanti e raccolta differenziata al centoventi per cento. E invece no. La città è il massimo dell'inefficienza, gli assessori di Virginia Raggi cadono uno dopo l'altro come i dieci piccoli indiani di Agatha Christie, gli autobus vanno a fuoco (ieri a Tor Bellamonaca), altro che la città descritta di recente da Carlo Freccero, che si è sperticato in lodi per la sindaca: “Faccio i complimenti alla sindaca Virginia Raggi perché Roma sta diventando davvero bella, ha fatto un lavoro egregio, straordinario”. La verità è che il Campidoglio è diventato l'ufficio di collocamento degli scarti del M5s. Dopo Mario Improta in arte Marione, aspirante candidato, ingaggiato come educatore civico, ora è il turno di Max Bugani, capogruppo a Bologna del M5s, assunto come capo staff della sindaca dopo aver avuto qualche problema di compatibilità con Luigi Di Maio (che gli voleva dimezzare lo stipendio). Come ben si vede, l'unico settore in cui funziona la raccolta differenziata è nel recupero dei disoccupati del grillismo.