Pomp and circumstance senza bacon a colazione

    Piovere sulla parata non è mai gradevole, ma la critica programmaticamente gradevole o ruffiana è ancora peggio. L'educazione civica insegnata a scuola era una chiazza di noia pura, ma integrata da orientamenti civici familiari manteneva un sapore laico di incitamento alla convivenza ordinata e alla responsabilità individuale nelle scelte collettive. I festeggiamenti apocalittici dei ragazzini di tutto il mondo per la salvezza del pianeta hanno un retrogusto diverso, decisamente. Sanno di oculata e obliqua regia adulta, e fin qui passi, ma emanano un sentimento di irregimentazione e di indottrinamento incompatibile con un'educazione liberale, diffondono un'aura di religiosità palloccolosa e anche troppo sincera, con la sostituzione a un Dio dogmatico (e poi a un Dio personale e di coscienza) di una divinità comunitaria e umanitaria che ha qualcosa dell'evento celebrativo esornativo, pompa e circostanze.

    L'Economist di Londra fu climaticamente scettico, se non negazionista, e ora ha cambiato posizione ma senza rinunciare alla considerazione razionale e empirica delle cose. In un fascicolo largamente dedicato al climate change ci avverte che il pianeta Terra è abbastanza solido per durare e inserito, aggiungerei, in un Creato abbastanza grande per badare a sé stesso.