Le giravolte grilline insegnano che gli anticorpi del populismo esistono
Nell'appassionante romanzo di formazione che in questa pazza fase della nostra vita politica vede come protagonisti i campioni del populismo grillino vi è un nuovo gustoso capitolo che vale la pena sfogliare e che riguarda un fenomeno interessante con cui si stanno ritrovando a fare i conti i pezzi da novanta della politica italiana. Negli ultimi mesi, il Movimento 5 stelle, in modo più o meno volontario, è stato costretto a cambiare linea su diversi fronti e anche un giornale come il nostro che considera il grillismo uno dei più pericolosi virus politici presenti nel nostro paese non può fare a meno di notare che alcune svolte, per quanto possano essere precarie e per quanto possano essere opportunistiche, esistono davvero. Il Movimento 5 stelle ha svoltato sull'Europa, accettando di votare, insieme con Forza Italia e Partito democratico, una presidente della Commissione europea dell'odiato Partito popolare, proveniente dall'odiato governo dell'odiata Angela Merkel. Ha svoltato sulla democrazia rappresentativa, accettando di trasformare il Parlamento sovrano in un argine contro il sovranismo populista. Ha svoltato sull'euro e sulla Nato, accettando di affidare il governo del paese a un presidente del Consiglio convinto che l'Italia debba essere fedele al Patto euro-atlantico.


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