La destra ha smesso di occuparsi delle cose ultime: noi no
L'appello all'origine del dibattito attacca il “consenso morto” che idolatra l'autonomia individuale
Riportiamo l'introduzione dell'appello “Against the Dead Consensus” uscito a marzo e firmato da decine di intellettuali conservatori americani che contestano la strategia sterile con cui la destra ha accettato di fatto la capitolazione nella battaglia culturale.
Le elezioni del 2016 hanno mostrato divisioni ideologiche profonde, e a lungo nascoste, fra gli intellettuali conservatori americani. Alcuni di noi hanno sostenuto con convinzione l'ascesa di Trump. Altri sono stati sostenitori riluttanti. Altri ancora si sono opposti alla sua candidatura, hanno adottato l'etichetta di “Never Trump” e in alcuni casi hanno appoggiato Hillary Clinton. Eppure due anni più tardi diciamo a una voce: non si può ritornare al consenso pre-Trump che è collassato nel 2016. Ogni tentativo di rivitalizzare il fallimentare consenso repubblicano che ha preceduto Trump sarebbe scellerato e dannoso per la destra. Diamo onore al merito: il consenso conservatore ha avuto un ruolo eroico nella sconfitta del comunismo nel secolo scorso, promuovendo la prosperità interna e l'espansione di un ordine internazionale basato sulle regole. Nella sua stagione migliore, il vecchio consenso ha difeso i diritti naturali degli americani e la “trascendente dignità della persona umana, immagine visibile del Dio invisibile” (Giovanni Paolo II, Centesimus Annus) contro i soprusi dei regimi totalitari. Ma anche durante la Guerra fredda, il conservatorismo troppo spesso ha seguito la stessa stella polare del liberalismo – l'autonomia individuale. L'idolatria dell'autonomia ha paradossalmente alimentato la stessa tirannia che i conservatori dicono di detestare. La filosofia pubblica dell'America oggi si fonda sul “diritto di ciascuno di definire il proprio concetto del mistero della vita umana”, come ha scritto il giudice Kennedy, il conservatore libertario per eccellenza, nel confermare il diritto costituzionale all'aborto [...].. Certo, il vecchio consenso ha formalmente professato la sua fede nei valori tradizionali. Ma non è riuscito a ritardare, figurarsi ad invertire, l'eclissi di verità permanenti, la stabilità della famiglia, la solidarietà nelle comunità e molto altro. Si è arreso alla pornificazione della vita quotidiana, alla cultura della morte, al culto della competizione. Troppo spesso si è inchinato a un velenoso multiculturalismo. Di fronte allo squillante “No!” degli elettori a queste forze centrifughe, i conservatori del consenso si sono irrigiditi sulle loro certezze. Hanno elevato giudizi prudenziali a sacri dogmi. Questi dogmi – libero commercio, libertà di movimento attraverso ogni confine, small government come fine in sé, avanzamento tecnologico come panacea – hanno impedito il dibattito sulla natura e lo scopo del vivere comune. I conservatori del consenso hanno smesso di indagare le questioni ultime. Ma noi non smetteremo.


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