Vita da sindaco /1
Milano. “Questa è una delle fotografie più importanti degli ultimi anni. L'alleanza dei democratici. Finalmente”. La didascalia del giornalista turco Can Dündar è per un'immagine fino a qualche mese fa impensabile. Ritrae il sindaco kemalista di Istanbul Ekrem Iİmamogğlu e i suoi omologhi curdi Adnan Selçuk Mizrakli, Bedia Özgökçe Ertan e Ahmet Türk, rispettivamente cosindaci di Diyarbakir, Van e Mardin, eletti a marzo con il Partito popolare democratico (Hdp) e rimossi il 19 agosto dal governo guidato da Recep Tayyip Erdogğan con l'accusa di connessioni con il Pkk, inserito da Turchia, Stati Uniti e Ue nell'elenco delle organizzazioni terroristiche. Luogo: Diyarbakir, nel cuore del Kurdistan anatolico. La novità scandalosa è però nel parallelismo che Imamoglu ha voluto tracciare, cioè nella solidarietà offerta a una parte sociale e politica della Turchia alla quale il suo partito, il Chp fondato da Atatürk, in passato era stato ferocemente ostile. In Turchia, in questi mesi, si sperimentano strane convergenze. E' il miracolo in cui sembra essere riuscito suo malgrado Erdogan, che spinge i due partiti Chp e Hdp a pensare l'impensabile: un'alleanza, sebbene non dichiarata.


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