Mostrare disprezzo per la democrazia parlamentare aiuterà o non aiuterà Salvini?

    Le sue ambiguità, in altre parole, oggi diventano un boomerang e tra il Truce e le elezioni non c'è solo un progetto perverso del senatore di Scandicci o la volontà dei parlamentari di non andare a casa ma c'è anche la forza di una democrazia parlamentare che di fronte a un leader ambiguo sull'Europa, ambiguo sull'Euro, ambiguo sul fascismo, ambiguo sulla Russia, ambiguo sulla deriva securitaria ha tutto il diritto di far pesare la maggioranza del Parlamento contro il 17 per cento del trucisimo. Il Parlamento può commettere degli errori (e non andare a votare potrebbe essere uno di questi) ma nelle democrazie rappresentative di solito il golpetto inizia a farlo chi trasforma il Parlamento in un'aula sorda e grigia, in un bivacco se non di manipoli quanto meno di manigoldi. In un anno di governo, i populisti hanno costretto gli elettori a ripensare quali sono i valori non negoziabili di una società aperta. E il fatto che la realtà abbia costretto i nemici della democrazia rappresentativa a trasformare la democrazia rappresentativa in un argine contro il sovranismo (salvo costruire le basi per un nuovo governo su una riforma impregnata di anti parlamentarismo come raccontiamo oggi nel nostro primo editoriale) è una notizia mica male. E il dubbio oggi è tutto qui: essere a favore delle elezioni mostrando disprezzo per la democrazia parlamentare aiuterà o non aiuterà Salvini a convincere il Parlamento sovrano ad accettare la sfida elettorale del sovranismo? Altri popcorn, grazie.