
Il manifesto di un philosophe contro la ragione artificiale
Éric Sadin, scrittore e filosofo francese (con il physique du rôle di uno scrittore e filosofo francese) ha un tarlo che non riesce a estirpare: l'intelligenza artificiale nei prossimi anni o decenni non sarà soltanto uno strumento utile o meno agli esseri umani. Sarà il modo principale con cui gli uomini esperiranno il mondo e sarà l'ultimo e definitivo giudice della verità, la più compiuta di quelle tecnologie dell'aletheia che già oggi occupano la società e plasmano le vite delle persone. Presto il giudizio dell'intelligenza artificiale sarà così insindacabile da annullare e annichilire la varietà del pensiero umano, e il solo pensiero, per Sadin, è inaccettabile. Dovrebbe esserlo per tutti, forse. Sadin, da filosofo francese quale è, ha trasmesso la sua inquietudine in un libro (“Critica della ragione artificiale”) da poco tradotto da Luiss University Press. In più di un punto pecca di sicumera, ma il suo manifesto umanistico va letto per la sua capacità di creare attrito sul piano inclinato utilitaristico dell'intelligenza artificiale.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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