Anche canberra ce l'ha con Google e facebook

    L'agenzia Antitrust dell'Australia, la Australian Competition and Consumer Commission (Accc) ha pubblicato alla fine di luglio i risultati di un'indagine durata 18 mesi sulle pratiche anticompetitive delle grandi compagnie tecnologiche come Facebook e Google. Il rapporto contiene 23 raccomandazioni, e nessuna di queste piace alle aziende tech. Tra le altre cose, la Accc propone la creazione di un nuovo organismo di vigilanza e controllo che abbia il potere di imporre a Facebook e Google di cedere informazioni rilevanti sul loro business e perfino sul funzionamento dei loro algoritmi, finora segretissimi. Propone un codice di condotta delle piattaforme che regoli il loro rapporto con i media tradizionali in maniera più favorevole a questi ultimi, dà agli utenti poteri molto maggiori di gestione dei propri dati personali, chiede maggiore supervisione sulle acquisizioni delle grandi compagnie.

    Il governo di Canberra apprezza il report, e ha promesso nuove iniziative legislative. Le aziende della Silicon Valley sono furenti, c'è da capirle, e dicono che le misure proposte danneggerebbero investimenti e innovazione. Dopo l'Europa e gli Stati Uniti la grande battaglia regolatoria ha un altro campo d'azione.