Social e recruiting
Cercare lavoro attraverso i social può sembrare più semplice rispetto a metodi tradizionali come l'esplorazione dei siti delle aziende e l'invio dei curriculum. In realtà, bisogna essere preparati e avere una buona visibilità per farsi trovare. Quasi la totalità degli head hunter effettua oggi una ricerca online del candidato. Cosa succede quando non hanno alcun riscontro? Sull'uso del web e dei social nel recruiting (ricerca di personale) si è concentrata l'ultima ricerca di Wyser, società internazionale che fa capo a GI Grop, specializzata in ricerca e selezione di profili manageriali, che assicura: online valgono le stesse regole di un colloquio personale. Numeri di Mariarosaria Marchesano.
80 per cento
E' la percentuale di professionisti del recruiting in Italia che cerca informazioni in rete su un candidato dopo avere ricevuto il suo curriculum. In pratica, il nome viene “googlato”. E se per il 66,7 per cento dei recruiter l'assenza del candidato nel mondo online non ha alcun impatto, per oltre il 33 per cento (cioè uno su tre) la mancanza di un riscontro influenza negativamente la prima impressione.
3 su 5
Sono gli italiani attivi sui social per quasi due ore al giorno. L'88 per cento dichiara di utilizzare Facebook, il 55 per cento Instagram, il 32 per cento Twitter.
Oltre 15 milioni
E' il numero degli italiani che usano Linkedin (in costante crescita), tanto che il nostro paese è la terza community più grande in Europa. Secondo gli head hunter, ordine, completezza e aggiornamento del profilo e la coerenza con le informazioni contenute nel curriculum vitae sono gli aspetti più importanti.
76 per cento
E' la percentuale dei professionisti del recruiting (quindi, 3 su 4) che dichiarano di navigare su altri social oltre al profilo Linkedin del candidato. Facebook è quello maggiormente visitato.
45,2 per cento
E' la percentuale di recruiter che, guardando il profilo social di un candidato, si soffermano sulle caratteristiche della personalità, come ad esempio l'apertura mentale. Il 42,9 per cento, invece, cerca conferma circa le qualifiche per il lavoro.
35,7 per cento
E' la percentuale di recruiter (intervistati da Wyser) per i quali errori grammaticali e ortografici sui social di un candidato sono un campanello di allarme, secondi a contenuti volgari/offensivi e posizioni discriminatorie che portano la maggior parte degli head hunter ad avere un'impressione negativa del candidato.


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