“Questa è casa tua”. Così la Federico II (come la Link Campus) si offre a Di Maio

Luciano Capone

    L a casa è il luogo da dove si parte e in cui si ritorna. Bentornato Luigi Di Maio”. Con queste parole Sandro Staiano, costituzionalista e direttore del dipartimento di Giurisprudenza, ha accolto il più celebre studente della Federico II di Napoli. In realtà non si tratta proprio di un ritorno, dato che ufficialmente Di Maio l'università non l'ha mai lasciata. In ogni caso l'occasione dell'incontro è stata la presentazione dell'“Osservatorio sul regionalismo differenziato”, fondato dall'ateneo federiciano con l'obiettivo di monitorare l'evoluzione del percorso sull'autonomia fornendo alla politica “soluzioni ragionevoli ed efficienti”. Ma l'omogeneità culturale dell'Osservatorio, composto esclusivamente da meridionalisti hard e strenui oppositori dell'autonomia differenziata (manca solo Pino Aprile), suggerisce che più che di un organismo scientifico si tratta di un'operazione politica: dopo la Link Campus University per la politica estera, la Federico II si propone come think tank del M5s per il regionalismo.

    E infatti è in quest'ottica che il capo politico del M5s, a cui l'università ha offerto un palcoscenico per lanciare la sua resistenza alla proposta della Lega, ha interpretato la funzione dell'Osservatorio: non come un organo indipendente, ma come un'articolazione del M5s: “Grazie all'Osservatorio per l'autonomia che abbiamo lanciato questa mattina alla Federico II di Napoli, stiamo scrivendo una nuova autonomia, un'autonomia migliore” ha dichiarato il vicepremier. D'altronde Di Maio, davanti a una platea di accademici come Staiano, il rettore Gaetano Manfredi, Giuseppe Tesauro, Massimo Villone e Gianfranco Viesti, ha descritto così la sua concezione dell'università: “Io so che l'accademia è la camera di decompressione delle questioni politiche”. Un'idea del mondo universitario che deve aver appreso negli anni di studio alla Federico II che, come gli ha detto Staiano, è “casa sua” (forse in senso troppo letterale). E' come se pur di frenare la maggior autonomia delle regioni nord, la prestigiosa università partenopea sia disposta a rinunciare alla sua, di autonomia.

    Ma la politicizzazione della Federico II non è una novità: nel 2016, mentre denunciavano la svolta autoritaria della riforma costituzionale del governo Renzi, i giuristi del dipartimento di Giurisprudenza celebravano i 15 anni della costituzione venezuelana voluta da Hugo Chávez con un convegno su “La divisione dei poteri nella Costituzione del Venezuela”, con lectio magistralis dell'ambasciatore chavista in Italia, proprio mentre il regime di Maduro – allora come ora – arrestava gli oppositori politici, liquidava il Parlamento e faceva patire la fame alla popolazione. Il regionalismo differenziato no, il costituzionalismo differenziato sì.

    Luciano Capone

    • Luciano Capone
    • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali