Il re del cemento. Addio a Pesenti, pilastro del capitalismo di relazione

    S compare un pezzo di storia dell'industria italiana”, è il commento di Marco Bonometti, patron degli imprenditori lombardi, parlando di Giampiero Pesenti, il “re del cemento” morto ieri notte a Bergamo all'età di 88 anni. Era nato a Milano nel 1931. “Ma la Lombardia deve essere orgogliosa di un capitano d'industria come lui. Italcementi è stata una grande opportunità di crescita dei territori – prosegue Bonometti – mi ricordo uno degli ultimi avvenimenti, quando è venuto all'inaugurazione dell'altoforno di Rezzato. Io ero presidente degli industriali di Brescia e lui ha voluto esserci. Era orgoglioso di inaugurare un impianto all'avanguardia dal punto di vista ambientale”.

    Si chiamava “cemento di relazione” il suo. Pesenti, erede dell'impresa fondata dal padre Carlo, è stato a lungo protagonista nell'Italia della crescita, ed anche nel suo particolare sistema di capitalismo fatto di patti scritti e anche non scritti, di partecipazione condivisa a un sistema di pesi e contrappesi tra gruppi, famiglie, regolatori finanziari. Laureato in ingegneria meccanica al Politecnico di Milano, nel 1958 Pesenti aveva iniziato la sua attività in Italcementi, diventandone prima direttore generale poi consigliere delegato e infine presidente, fino al passaggio di controllo della società nel 2016. La famiglia aveva fatto volare uno dei gruppi per la produzione di cemento divenuto tra i più importanti al mondo. Quando l'Italia costruiva anche nel resto del mondo. Poi era entrato nei salotti buoni della finanza e dell'industria italiana, esolo qualche anno fa aveva deciso di lasciare la guida delle sue società al figlio Carlo. Giampiero Pesenti è stato un nome simbolo di quello che è stato chiamato il capitalismo di relazione, quella rete non sempre trasparente, ma solida come il cemento armato, fatta di patti, alleanze e rapporti fiduciari personali che dal Dopoguerra ha raccolto le grandi famiglie e industriali e finanziarie: il salotto buono attorno a Mediobanca di cui Pesenti è stato un protagonista discreto. “Un imprenditore lombardo capace e lungimirante – ha detto di lui il governatore lombardo Attilio Fontana – desidero ricordarlo come un uomo che ha contribuito in maniera importante e fattiva allo sviluppo dell'economia lombarda e più in generale nazionale”. Pesenti è stato anche presidente del patto di sindacato di Rcs e consigliere di amministrazione della Pirelli. Aveva conservato solo la presidenza onoraria di Italmobiliare. Imprenditore dal grande fiuto, nel '92 sorprese tutti con l'acquisizione di Ciments Français, società grande più di due volte il gruppo bergamasco, realizzando di fatto la globalizzazione del gruppo di famiglia. Nominato Grand'Ufficiale e Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, andava particolarmente fiero anche di aver ricevuto la Legion d'Onore francese. “Agli imprenditori di oggi servirebbe più coraggio e voglia di rischiare, per affrontare il nuovo che avanza, con la digitalizzazione e le nuove tecnologie”, commenta Bonometti, pensando a Pesenti. “Erano altri tempi ma bisogna essere protagonisti nel tempo in cui si vive”. (Da. Bo.)