Il Foglio d'estate. Viaggi che cambiano la vita

    Per questa estate – una stagione a cui è difficile slegare l'idea di partenza, di fuga, di vacanza – abbiamo scelto di chiedere ad alcuni scrittori qual è stato il viaggio che ha cambiato loro la vita, il viaggio di cui portano ancora i segni addosso. Fuga, meta sognata, coincidenza, scoperta casuale: il luogo, ma anche il percorso di per sé, i chilometri a piedi, in bicicletta o in auto, il partire per partire, l'avanzare in una terra nuova. Il cercare e trovare (cose che abbiamo immaginato o visto da qualche parte in altra forma, persone che ci aspettiamo trepidanti di incontrare) e lo scoprire. In tanti modi un viaggio può farsi memorabile e degno di essere raccontato. E in modi diversi gli scrittori racconteranno il loro viaggio ai lettori del Foglio. Abbiamo cominciato con “Un rave per Lisbona” di Vanni Santoni, pubblicato mercoledì 10 luglio, poi è stata la volta di “Danzare, forse, volare via” di Antonella Lattanzi (il 16 luglio). Oggi Aurelio Picca racconta il suo viaggio di un'estate con “epicentro codesto giorno ma di troppi anni fa: 14 luglio 1988”.