DIAMO I NUMERI
22,7 per cento
I voti in percentuale ottenuti dal Partito democratico su scala nazionale alle elezioni europee del 26 maggio (fonte ministero dell'Interno).
25,6 per cento
I voti al Pd alle europee nei 28 comuni capoluogo di provincia dove si è votato per il primo turno delle comunali. Il Pd con le liste civiche associate al primo turno delle comunali è arrivato al 38 per cento.
12,4 per cento
La differenza omogenea tra voti al Pd al primo turno delle comunali e alle europee. In termini assoluti, alle comunali i democratici hanno avuto 82.444 voti in più.
20,4 per cento
I voti al Pd a Bari alle europee. Al primo turno delle comunali: 23,6 per cento. Con le liste collegate, tra le quali quelle intitolate al sindaco Antonio Decaro (del Pd): 66,27 per cento. Si tratta della maggiore differenza nella stessa città tra voto europeo di lista, voto comunale di lista e voto al candidato sindaco, che pure è esponente del Pd nonché presidente dall'Associazione nazionale comuni italiani (Anci).
34,2 per cento
I voti alla Lega alle elezioni europee. Differenza rispetto alle politiche 2018 (nel proporzionale alla Camera): 16,85 per cento.
17,01 per cento
I voti al Movimento 5 stelle alle ultime europee. Differenza rispetto alle politiche 2018: -15,67 per cento.
3,94 per cento
La differenza per il Pd tra il risultato delle europee 2019 e quello delle politiche 2018. A marzo 2018 il Pd era il secondo partito dietro ai Cinque stelle e davanti alla Lega. Anche a maggio 2019 è il secondo partito, ma dietro alla Lega e davanti ai Cinque stelle.
28
I comuni capoluogo di provincia in cui il 26 maggio si è votato per le europee e insieme per il primo turno delle comunali. In queste città, il Pd non è stato il solo partito a ottenere alle europee un risultato molto diverso, in questo caso migliore, rispetto al dato nazionale. La Lega ha infatti avuto il 28,7 per cento, 5,5 punti in meno rispetto al dato nazionale. Il Movimento 5 stelle ha ottenuto invece il 16,7 per cento, solo quattro decimali peggio del risultato nazionale.
1°
Il Pd alle europee è risultato comunque il primo partito nei capoluoghi, anche in quelli dove non si è votato per le comunali. Mentre la Lega predomina nei comuni più piccoli. L'Istituto Cattaneo analizza questo dato in un dossier intitolato “Le due Italie e la nuova geografia elettorale. La frattura orizzontale fra centro e periferia modifica i rapporti di forza tra i partiti”.
31 per cento
Il risultato medio della Lega nei capoluoghi delle circoscrizioni del nord. “Nel resto dei comuni i consensi per il partito di Matteo Salvini crescono di 13 punti percentuali, arrivando al 44”, nota l'Istituto Cattaneo. “La Lega risulta costantemente sottorappresentata nei comuni capoluogo di provincia, cioè nei maggiori centri urbani, rispetto alle realtà locali di più ridotte dimensioni. E questo vale tanto al nord quando al sud, anche se nelle regioni settentrionali lo scarto è molto più accentuato”. Al sud le differenze si aggirano intorno ai 5 punti percentuali.
28,6 per cento
Il risultato medio del Pd nei comuni capoluogo e nei grandi centri urbani, dove il partito di Nicola Zingaretti ottiene le sue migliori prestazioni elettorali. “L'analisi della distribuzione territoriale del voto per il Partito democratico – spiega ancora il Cattaneo – presenta uno scenario perfettamente speculare a quello della Lega. […] Si sgonfia progressivamente man mano che diminuisce la dimensione del comune, scendendo così al 20,4 per cento, con una differenza di oltre 8 punti percentuali”.
43,7 per cento
Il consenso del Pd alle elezioni europee a Firenze (primo partito) . Tra i capoluoghi di regione, sempre alle europee, il Pd è risultato il primo partito anche a Torino (33,5 per cento), Milano (35,9), Genova (30,0), Bologna (40,3), Roma (30,6), Ancona (30,5), Cagliari (31,0). E Venezia città (33,9) esclusa Mestre.


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