Cartellone
di Luca Fiore
A volte funziona, a volte no. Il confronto tra antichi e contemporanei bisogna saperlo fare. A Galleria Borghese arrivano i Concetti spaziali color oro di Lucio Fontana e una serie di ceramiche tra cui un'infilata di fiammeggianti crocifissi. Scipione Borghese e Bernini non si scompongono. Forse alzano un mezzo sopracciglio. L'impressione è che lo sfarzo dell'antica dimora inghiotta le opere dorate che si confondono con le cornici delle opere della collezione. Forse il confronto andrebbe fatto in campo neutro. Qui è come se Fontana cantasse da solo in mezzo alla Marcia trionfale dell'Aida. Difficile che la sua voce si senta.
Roma, Galleria Borghese. “Lucio Fontana. Terra e oro”. Fino al 28 luglio
info: galleriaborghese.it
Due fotografe americane under 30. Una è nata in Florida, l'altra viene da Cincinnati, nell'Ohio. Entrambe hanno studiato a New York. La sfida della mostra è mettere alla prova una nuova visione “al femminile” dell'America. A Matalon tocca mostrare gli “interni”, a Tompkins gli “esterni”. Ne risulta un racconto qui ruspante, qui lirico. Sensuale con tatuaggi à gogo (a Molly piace spogliare i suoi modelli) e crepuscolare (Caroline mostra tramonti virati e la luce blu che invade un letto sfatto). C'è una fedeltà discontinua alla tradizione – tutta al maschile – della Straight Photography. Un'energia irrequieta e testarda.
Milano, Micamera. “Playing For Keeps. Molly Matalon e Caroline Tompkins”. Fino al 29 giugno
info: micamera.it
di Mario Leone
“L'angelo di fuoco” di Prokofiev manca dal 1966 al Teatro Costanzi. Oltre cinquant'anni per un'opera che è il manifesto musicale delle istanze del XX secolo. Il mondo della mente, della sessualità, della morte, raccontato con il confronto tra opposti. Un libretto e una partitura espressionisti, sicuramente avveniristici dove la ricchezza simbolica è accompagnata da una varietà timbrica unica. Un capolavoro troppo poco conosciuto ed eseguito. L'orchestra del Teatro dell'Opera sarà diretta da Alejo Pérez e la regia firmata da Emma Dante. Quest'ultima riserva sempre inaspettate sorprese.
Roma, Teatro dell'Opera. Da giovedì 23 ore 20 a sabato 1° giugno
info: operaroma.it
Da qualche anno la primavera a Pavia è nel segno della musica sacra. Il grande repertorio sinfonico e corale diretto da illustri bacchette. Una settimana di concerti, repertori non troppo eseguiti e grandi solisti che è possibile ascoltare gratuitamente. Tra i concerti più attesi quello che chiude la rassegna con Riccardo Muti, l'Orchestra Cherubini e il Chor des Bayerischen Rundfunks che eseguono, dell'amato Paisiello, la “Missa defunctorum”, requiem per soli, doppio coro e orchestra.
Pavia, Duomo. Sabato 25 e domenica 26, ore 20.45
info: musicasacrapavia.com
di Eugenio Murrali
Nel teatro parigino che primo ne ha riconosciuto la grandezza, Bob Wilson porta in scena il dramma di Maria Stuarda nella lettura di Darryl Pinckney. Veste i panni regali della protagonista Isabelle Huppert, attrice che, secondo il regista americano, è capace di interpretare il pensiero astratto come nessun'altra. Wilson spiega che questo testo lascia ampi spazi di libertà. La pièce è divisa in tre parti, tutto si svolge nei momenti precedenti l'esecuzione di Maria, regina di Scozia, che vuole scrivere il suo destino. Le musiche sono affidate a Ludovico Einaudi.
Parigi, Spazio Cardin. “Maria ha detto quel che ha detto” di Darryl Pinckney. Fino al 6 luglio
info: theatredelaville-paris.com
Nel 1957, all'“Hotel Beat”, Allen Ginsberg iniziò a scrivere uno dei suoi più bei poemi: “Kaddish”. Il termine indica anche un'antica preghiera ebraica recitata dai fedeli in lutto. Su tale ritmo, questo protagonista della Beat Generation canta la madre morta. Se nel corso dell'esistenza la follia aveva complicato il rapporto madre-figlio, la parola poetica lo ricongiunge. Ferdinando Bruni, diretto da Francesco Frongia, torna a confrontarsi con la poesia a teatro e restituisce il giusto peso alle parole di Ginsberg, riportandone le cadenze, che si richiamano al rito come al jazz.
Milano, Teatro Franco Parenti. “Kaddish”, da Allen Ginsberg. Fino al 30 maggio
info: teatrofrancoparenti.it


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