Il caso Strache e il Truce, o la prepotenza sfortunata
La prepotenza, per affermarsi, esige circostanze fortunate. Il Truce comincia a sperimentare la sfortuna. Un bel corteo massiccio e piovoso, la marcia su Milano, incontra molte lenzuola appese, buon marketing della protesta evocato da gesticolanti e malaccorti episodi di intolleranza repressiva, e un video in una villa di Ibiza, che sembra finto da quanto è verosimile. Nell'aprile scorso un comico austriaco, Jan Böhmermann, aveva parlato pubblicamente, in relazione al partito della destra salviniana austriaca, Heinz-Christian Strache, anche lui vicecapo di un governo di coalizione, di una “villa a Ibiza appartenente a un oligarca russo”. Brividi tra gli insider, quelli che sanno le cose che non si devono sapere, ma silenzio sulla stampa, prigioniera del segreto di pulcinella. Poi lo Spiegel e la Süddeutsche Zeitung mettono in onda il video girato in una villa di Ibiza alla vigilia delle elezioni del 2017 che portarono Strache, il Truce di Vienna, al potere. In una atmosfera alcolica, stravaccati su un divano, come in un brutto film di genere, i salviniani austriaci promettono lauti appalti e prezzi più che buoni nei grandi affari nazionali a una investitrice russa (molto presunta, ma per loro alcolicamente definita come tale) in cambio di un aiutino oligarco-putiniano per arrivare primi alle elezioni imminenti, magari comprando un giornale e riconvertendolo rapidamente alla bisogna, perché come dice Strache “i giornalisti sono le più grandi puttane del mondo” (frase che turba la nostra coscienza illibata, visto che il video è affiorato per il tramite di giornalisti, ma fino a un certo punto).


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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