Meglio un Truce in divisa da poliziotto che un poliziotto in divisa da Truce

    Al direttore - Salvini e l'Italia: divide et impera o divisa et impera?

    Marco Martini

    Fino a quando è Salvini a girare con la divisa della polizia o con quella dei vigili del fuoco, come ha suggerito su Twitter il professor Fausto Panunzi, ci si può ridere su. Ma se diventano la polizia e i vigili del fuoco a indossare la divisa di Salvini. E se poi il capo della polizia si sente in dovere di intervenire sulla subordinazione mostrata da alcuni poliziotti verso il ministero dell'Interno (quelli che su richiesta di Salvini hanno sequestrato un telefonino). E se un vigile del fuoco si sente in dovere a Brembate di togliere su richiesta della questura uno striscione ostile a Salvini poco prima del passaggio di Salvini (è successo ieri). E se di fronte alla Sapienza di Roma un militante di Forza Nuova può dare uno schiaffo a un contestare di Forza Nuova sotto gli occhi della Polizia (è successo ieri). E se alcuni poliziotti chiedono a una donna di rimuovere a Salerno uno striscione contro il Truce poco prima del passaggio del Truce (è successo il sei maggio). EE se poi un sindacato dei poliziotti (quello del Sap del Lazio) arriva a dire che tra la Lega e la Polizia di Stato vi è un “connubio indissolubile” sostenendo che Salvini “per la prima volta ci ha resi, a noi poliziotti, figli del governo e non figli dell'opposizione”. Se succede tutto questo forse conviene pensarci su, smetterla di ridere e preparare in fretta un po' di striscioni.

    Al direttore - “La cultura dell'Europa, disse Benedetto XVI il 22 settembre 2011 in un famoso discorso tenuto al Parlamento tedesco, è nata dall'incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma, ovvero dall'incontro tra la fede in Dio di Israele, la ragione filosofica dei Greci e il pensiero giuridico di Roma”. La cultura laica dell'Europa non ha mai fatta sua quella Trinità. Fu esclusa anche dalla bozza della Costituzione europea. La Fede, lasciamo perdere quella credulità che induceva a comprare indulgenze, s'è trasformata in “fede temporale e politica”. Brutto passaggio. Tempus laborabit.

    Moreno Lupi

    Al direttore - Caro Cerasa, ho l'impressione che colui che, usando un'espressione tratta dalla semantica di Carlo Emilio Gadda, il Foglio e Giuliano Ferrara hanno definito “il truce” è, al di là delle apparenze una tigre di carta. “Il truce” non è un fascista, ma ha utilizzato la simbologia e la fraseologia fasciste per “epater les bourgeois”, per parlare alla pancia della gente, cavalcando la paura “del diverso”, del migrante, la repulsione del “negro palestrato” e accolto negli alberghi a 5 stelle. Non dimentichiamo che questo è un paese che è stato razzista al suo stesso interno, nei confronti dei meridionali. “Il truce” ha utilizzato quello che nel 2017, contrastato all'interno del suo stesso partito, aveva realizzato Minniti bloccando il grosso dell'immigrazione. “Il truce” ha duellato con pochi singoli barconi apparendo un vero castigamatti. Per tutta una fase i grillini sono sembrati ipnotizzati dal “Capitano”, ma a un certo punto di fronte ai sondaggi hanno reagito con la forza della disperazione e qui il bluff si è in parte sgonfiato. Sul caso Siri “il truce” ha sbagliato tutto: se hai costruito la tua immagine sul mito dell'invincibilità una battaglia non la tiri per due mesi se non hai la certezza di vincerla, ma comunque la chiudi in un giorno. Ma è sul resto che nella sostanza molto spesso Salvini non ha preso palla: ha lasciato che i grillini guidati dal rappresentante della Cina nel governo, cioè il sottosegretario Geraci, inserissero il nostro paese, unica nazione del G7, nella nuova via della seta: “il truce” né ha bloccato l'operazione né ci si è inserito; ha accettato un salto di qualità sul terreno del più forsennato giustizialismo attraverso l'eliminazione della prescrizione e le perversioni contenute nel decreto “spazza corrotti”; sta subendo un ridimensionamento del Parlamento con la modifica al referendum propositivo, per di più la riduzione non solo dei vitalizi degli ex, ma del numero e delle retribuzioni dei parlamentari toglierà rappresentanza a molti territori e spingerà ad appetire la carica di parlamentari solo da parte di steward dello stadio San Paolo di Napoli, di avvocaticchi di provincia, di gestori di fallimenti. Anche sul terreno della manovra economica Salvini ha abbozzato: ha affiancato il suo assistenzialismo a quello grillino, ma non è riuscito a far passare né la flat tax né la riduzione del costo del lavoro né gli investimenti pubblici. Quanto alle autonomie e alla Tav tutto è bloccato. In più i grillini stanno chiudendo con un provvedimento liberticida Radio Radicale perché Di Maio si è ritenuto offeso da alcune battute di Bordin e i leghisti subiscono anche questo provvedimento. Adesso a completare l'opera “il truce” ha affidato un suo libro intervista alla casa editrice Altaforte di CasaPound, che non è un'area vasta di estrema destra, ma un nucleo di picchiatori nazifascisti. Allora Dio ci guardi dal cretinismo, dal fanatismo e sostanziale fascismo degli antifascisti che espellono una casa editrice di destra dal Salone del libro di Torino, ma anche il ministro dell'Interno più movimentista non può sputtanarsi in questo modo. Ciò detto non traiamo da tutto ciò alcuna conseguenza positiva perché l'altra faccia della medaglia è costituita dallo “spaccio della bestia trionfante” del giustizialismo e dell'analfabetismo grillino miscelati insieme in un intruglio il cui unico senso è quello di un autoritarismo senza controllo.

    Fabrizio Cicchitto