Il Papa è accusato di eresia per aver predicato sette proposizioni: parliamone
Sesta proposizione. La legge divina e naturale non dètta proibizioni assolute in relazione a certi tipi di azione che sono intrinsecamente trasgressive per il loro stesso oggetto.
Settima e ultima proposizione. Dio non solo permette, ma vuole che esistano un pluralismo e una diversità delle religioni, cristiane e non cristiane.
Come vedete, solo la quarta e la quinta proposizione incriminate per eresia riguardano direttamente il sesso e il matrimonio e l'adulterio. La prima, la seconda, la terza, la sesta e la settima hanno un altro oggetto, non riguardano direttamente la pastorale matrimoniale o la morale sessuale, bensì il centro della questione teologica che separa un cattolico da un protestante. Lutero, il cui genio teologico è indiscutibile, fissò un dogma nel momento in cui metteva sottosopra i sacramenti, la messa e il sacerdozio ovvero pilastri della chiesa cattolica romana. E questo dogma, diciamo così, era semplice o semplificabile: non ti salvi per obbedienza alla legge, attraverso le opere, perché l'uomo è iustus et peccator, è una figura ambivalente di giusto e di peccatore irriducibile, e si salva solo per la fede in Cristo crocifisso, solo per la grazia; e solo ricorrendo alla scrittura e al suo libero esame, altro che sacramenti, sono stabilite le condizioni di questa salvezza ultraterrena (sola fide, sola gratia, e sola scriptura). Ora, la chiesa cattolica ha sempre affermato più o meno l'opposto (notate il “più o meno”, che è una mia affettazione di personale modestia e più che modestia teologica). Riassumendo, in particolare riferendosi alla prima proposizione: la grazia divina per sua natura e invariabilmente, secondo i cattolici, dà all'uomo la forza di emendarsi dal peccato e ubbidire alla legge attraverso le opere, cooperando con essa attraverso i sacramenti e l'osservanza morale, e così conquistando la salvezza (quando la chiesa aveva bisogno di soldi si aggiungevano le indulgenze venali, certificati costosi ma utili al salto dal purgatorio al paradiso). L'uomo cattolico non è quella stupenda costruzione ancipite, lo iustus et peccator di Lutero, è un peccatore che coopera alla sua redenzione nell'ubbidienza alla legge divina e naturale, emendandosi, confessandosi, pentendosi, riconciliandosi attraverso la sua chiesa e con l'aiuto dell'ordine consacrato. La comunità, la predica scritturale, il pastore e la coscienza individuale, per quanto essa sia lo specchio della legge naturale iscritta nel cuore umano, non bastano. Per una prima puntata va bene così. Non credete a chi vi dice che i teologi tradizionalisti sono dei bacchettoni orripilati dal sesso: sono cattolici rigorosi convinti del fatto loro, abbiano o no tutte le pezze d'appoggio necessarie per accuse tanto temerarie, che è un'altra cosa. Quanto al sesso, quarta e quinta proposizione, ci divertiamo alla seconda puntata.
Giuliano Ferrara


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