Perché i veri eroi sono gli imprenditori che non vanno a fare innovazione nella silicon valley
Esistono due modi di generare ricchezza: sfruttare le debolezze umane o creare valore per aiutare altri e ispirarli a fare altrettanto. Chi sceglie la prima strada incontra meno difficoltà, ma non migliora la vita degli altri. Penso per esempio a chi crea aziende per sfruttare le dipendenze psicologiche come il gioco e i social, il cui bilancio per l'umanità non è sempre positivo. Gli altri invece fanno più fatica, ma cambiano il mondo in meglio. Penso a chi ha costruito il computer, che amplifica le nostre capacità, internet o un motore di ricerca, che consentono di accrescere le proprie conoscenze.
La ricetta per generare valore in questa direzione è: dare più di quanto si prende. Sembra controintuitivo, ma non lo è. E' un po' come il salvadanaio: cresce se gli dai di più di quello che prendi da esso. Trovare un modo per generare ricchezza e felicità allo stesso tempo è certamente molto difficile, ma così magnifico che vale la pena intraprendere la ricerca. Fare buona impresa è un modo di intraprendere la ricerca.
Negli ultimi anni ho speso molto tempo a ragionare su questo punto, chiedendomi se fosse possibile identificare un modello a cui ricondurre gli imprenditori che creano aziende in grado di migliorare la vita degli altri, ma mi sono reso conto che non lo è. Ho individuato alcune caratteristiche vincenti in chi sceglie questo percorso, ma l'elemento chiave del loro successo è la diversità.
La mia esperienza di investitore in startup mi ha permesso di capire che non soltanto è praticamente impossibile “creare” un grande imprenditore, ma è anche molto complicato scoprirne uno. Si manifestano solo a un certo punto, spesso dopo che molti li hanno ignorati. Non rientrano nello stereotipo delle persone che hanno avuto successo in passato: sono diversi. Fanno le cose in modo diverso. Infatti, siamo tutti capaci di identificare modelli da seguire, ma seguire dei modelli aiuta appena a superare la media, non crea la vera innovazione. Il successo non viene dai modelli, ma dall'anomalia. Gli imprenditori di successo non seguono i modelli, li creano. Sono emarginati, mancini, dislessici, soffrono di disturbi emotivi, sono immigrati, minoranze, ingenui, bullizzati, inquieti e manifestano un sacco di altre caratteristiche che le persone normali considererebbero un limite. Bill Gates, Steve Jobs, Elon Musk rientrano tutti in più di una di queste categorie. Di conseguenza, definire un modello per la diversità è fallimentare.
Le circostanze in cui la società non ha riconosciuto l'eccellenza a causa del pregiudizio che spinge a cercare gli stessi modelli di chi ha avuto successo in passato offrono enormi opportunità. Si vede il mondo da una prospettiva diversa. Si scoprono, affrontano, prevengono e risolvono problemi di cui gli altri non sono nemmeno consapevoli. Si ha una visione diversa e ci si allena a risolvere i problemi. Ogni cosa che rende diversi conferisce un vantaggio competitivo, ed è grazie a questo che ognuno di noi può avere successo.
A questo punto tanti obiettano che per avere successo occorrono soldi, amicizie, conoscenze o competenze specifiche, e io rispondo che ci vuole soprattutto fortuna. La maggior parte delle persone di successo che conosco si considera fortunata e attribuisce spesso alla fortuna una parte importante del proprio successo. Stranamente, non tutti quelli che vogliono avere successo cercano di essere fortunati, e la maggior parte di quelli che vogliono avere successo neppure pensa che la fortuna possa essere influenzata.
Il cervello umano non usa la statistica per prendere le decisioni e sinceramente non siamo molto bravi a comprenderla. Per essere considerati più fortunati della media, non è necessario violare la statistica, bisogna solo capirla. La probabilità è definita come numero di casi favorevoli diviso i casi totali. Una persona è considerata fortunata perché è riuscita nelle sue imprese 10 volte di più di un altra. Spesso pensiamo che questo sia dovuto ad aver avuto una probabilità di successo maggiore. Ma la realtà è che la probabilità di successo è la stessa, quello che tendiamo a non osservare è il numero di tentativi fatti. Quella persona ha provato 10 volte di più degli altri e per questo ha avuto, mediamente, successo 10 volte più degli altri. Dovremmo incoraggiare gli individui a provare di più e aiutarli a rialzarsi dopo ogni caduta.
Un'altra obiezione che sento spesso è che per fare una startup di successo si deve andare in Silicon Valley. In parte è vero. La Silicon Valley è probabilmente il posto migliore dove avviare una startup tecnologica, soprattutto se l'obiettivo è generare ricchezza economica nel più breve tempo possibile. La verità però è che in molti sentiamo il peso di una missione più importante della creazione di ricchezza a breve termine: creare un mondo migliore per chi verrà dopo di noi.
Nella sua perfezione, la California pecca in una sola cosa: concentra il talento fino a diventare eccessivamente competitiva e quindi orientata al successo a breve termine. Questo non può essere considerato totalmente negativo, ma dà luogo ad aziende, e per estensione a una società, abbastanza diverse da quelle che si otterrebbero concentrandosi su obiettivi a lungo termine.
Il mondo del futuro sarà certamente migliore se il talento sarà distribuito equamente sul nostro piccolo pianeta, anziché concentrato in un solo punto. Il capitale umano è sempre più il fondamento di una società prospera ed equa. L'istruzione e le esperienze lavorative possono generarlo, la visione e le opportunità possono conservarlo.
Provo una grande ammirazione per chi ha il coraggio di lasciare la propria terra, rischiare e cercare opportunità migliori per sé e la propria famiglia, ma c'è un'altra categoria di persone che non solo ammiro, ma che rappresenta pienamente la mia definizione di eroe. Sono persone per cui lavorerei, a cui affiderei i miei soldi e in generale a cui delegherei le mie decisioni. Sono persone che decidono di rinunciare a opportunità personali a breve termine per creare opportunità a lungo termine per gli altri. Persone che intendono creare opportunità in modo che la generazione futura possa essere felice e realizzata, rimanendo al tempo stesso vicino alla propria terra e alla propria famiglia. Queste persone sono calamite che attirano i talenti: non soltanto li trattengono, ma contribuiscono a farli tornare, ovunque siano nel mondo.
Non credo che questo sia il modo più rapido per ottenere il successo economico nel breve periodo, ma nel tempo è possibile costruire qualcosa, a lungo termine, di più importante, più grande e più duraturo. Sono sicuro che alla fine, guardandosi alle spalle, queste persone saranno orgogliose delle scelte che hanno fatto.
Questa cosa dell'orgoglio la ripeto sempre ai fondatori di startup che mi vengono a chiedere consiglio prima di assumere una decisione importante: “Prendi la decisione che ti renderà orgoglioso”. Alla fine della propria vita ognuno di noi vorrà guardare indietro e sorridere perché sarà fiero della persona che è stato da giovane. Gli altri imprenditori che mi chiedono previsioni basate sull'esperienza che ho accumulato vogliono sapere in realtà come saranno giudicati dagli altri, ma ottimizzare in funzione di questo criterio porta ad accontentare le persone invece che a creare valore a lungo termine. Invece, poterti sentire orgoglioso quando ti guardi indietro ha un significato più profondo: a conti fatti, significa che hai dato al mondo più di quanto tu abbia preso.


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