L'antifascismo, gli ultrà e quelle armi improprie
E' stata una stagione di errori, di forzature, di strumentali abbracci, di nascondimenti, di tradimento dei chierici, che ha avuto anche una funzione liminare, se non di fiancheggiamento, dell'equivoca e mortuaria ideologia del terrorismo delle Brigate rosse. Fu il mito della Resistenza tradita, fu il riciclaggio insincero della vampata di violenza civile di cui in effetti la democrazia del 25 aprile è figlia, ma solo se ne riconosca tutti gli aspetti, anche i più equivoci e traversi. Qui per anni si fece una battaglia per affermare che il carattere democratico, repubblicano, popolare e istituzionale dell'antifascismo non doveva essere confuso con una specie di terrorismo antifascista e di manipolatorio reducismo. Ora siamo arrivati, a forza di 25 aprile divisivi, in cui si mettevano in discussione di volta in volta la Brigata ebraica, l'unità democratica, o anche soltanto la pietà che riguarda l'insieme della storia nazionale, a una caricatura di fascismo col mitra e a una caricatura di antifascismo con l'arma impropria, e sommamente ridicola, della “associazione per delinquere” scagliata contro il nemico. Non è un buon approdo, non è un approdo antifascista.
Giuliano Ferrara


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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