Economia digitale

    E' cresciuto ancora nel 2018 il mercato digitale italiano, anche se “non cambia il quadro di un sistema-paese a due velocità, con imprese impegnate a innovare e ancora troppe entità, soprattutto di piccole dimensioni, ai margini dei processi di ammodernamento”, ha detto Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, l'associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell'Ict, presentando le rilevazioni condotte da Anitec-Assinform in collaborazione con NetConsulting cube. Pillole di Roberto Raja.

    70.474 milioni

    Il valore in euro del mercato digitale italiano (informatica, telecomunicazioni, contenuti ed elettronica di consumo) nel 2018, con una crescita del 2,5 per cento rispetto all'anno precedente. Prevista una crescita analoga per il 2019, a 72.222 milioni.

    7,7 per cento

    Il tasso di crescita nel 2018 di Contenuti digitali e Digital Advertising. Analogo aumento per il settore Software e Soluzioni Ict (Information and Communications Technology).

    5,1 per cento

    Tasso di crescita dei servizi Ict, il più alto degli ultimi anni. Parallelamente, il cloud è cresciuto del 23,6 per cento, la cybersecurity del 12,2, i dispositivi indossabili del 15,3, le piattaforme per il web del 13,7 per cento.

    9,4 per cento

    La crescita del mobile business nel 2018.

    20 per cento

    Stima del valore aggiunto per addetto, nei distretti industriali, generato dalla crescita delle applicazioni di intelligenza artificiale, big data, blockchain.

    2,4 per cento

    Stima di crescita annuale dell'occupazione per i professionisti Ict fra il 2018 e il 2020. Sempre nel settore Ict il valore aggiunto per addetto è superiore del 25 per cento a quello degli alti settori industriali; il numero medio di addetti per impresa è del 60 per cento superiore quello rilevato per l'intera economia.

    58,7 per cento

    La quota degli investimenti Ict espressa dalle grandi imprese (oltre 250 addetti), fatto 100 il solo mercato business (imprese e Pubblica amministrazione). Il 18,7 per cento degli investimenti viene dalle medie (50-249 addetti) e il 22,6 per cento delle piccole imprese (1-49 addetti), che però hanno un peso in termini di occupazione e pil proporzionalmente più elevato.