
Papaveri e papere IL RITRATTO DI BONANZA
I l minuto giocatore sorride poco, dicono non si senta compreso. Il gigante invece allarga le braccia alla vita. Stiamo parlando di Insigne e Zaniolo, uno davanti all'altro domenica pomeriggio, nella partita delle 15. Insigne l'incompreso è un giocatore speciale, a tratti fenomenale a tratti vago, come lo sono tutti i calciatori di quel ceppo. Era così anche Baggio, il più grande di tutti i tempi. O determinano oppure perdono. Non ci sono mezze misure nel giudicarli, proprio perché sono visti con la lente che fu di Sherlock Holmes. Il piccolo Insigne gioca un calcio fuori schema, con una tecnica eccezionale, spontanea, tanto precoce da sembrare innata. Mastica il pallone, un chewing gum, roba sua, prolungamento di arti, piedi soprattutto, ma in amicizia con il petto, la testolina, la coscia e il tacco (che del piede è una parte a sé).
Si comporta come se la palla fosse un trucco. Prestidigitazione, gioco delle tre carte, trova l'asso di bastoni. Palla che ti sembra lì e invece è un'illusione. Ma c'è dell'altro. Insigne lascia di stucco per come si muove, rubando quell'attimo che serve per farsi perdere. La sua forza è il controtempo, con cui si permette di dribblare e poi segnare tirando a giro dove c'è il sette più lontano. Stoppa, parte, esita e sterza verso destra, un copione che si ripete. Simile alla storia della stessa barzelletta che fa ridere di gusto al primo come al centesimo racconto. Inspiegabile solo in parte il perché i portieri si facciano beffare ogni volta dalla stessa conclusione. E' infatti il sincopato che manda in confusione l'uomo tra i pali. Quell'aritmia che si nasconde tra il previsto e la sorpresa. Insigne si trova al centro dei due momenti- uno spazio angusto, quasi un non luogo. E' di vedute certamente più larghe Zaniolo, il quale si lascia andare in campo aperto. Praterie senza confine nelle quali il cavallone giallorosso accelera in progressione, un galoppo elegante, sviluppando tutta la potenza dei suoi quadricipiti. E' una mezz'ala, di sicuro. Però chissà, potrebbe anche fare l'astronauta. Nel senso che può giocare ovunque. Davanti alla difesa, come al centro dell'attacco. Per ora è acerbo il suo pensiero, uno con quel fisico ha bisogno di trovare un po' di tempo per capire il gioco. Gli serve un allenatore maestro, non uno scienziato. Per il momento si accontenta di essere stato capito. Da Mancini prima di tutti e poi da Di Francesco. Ora c'è Ranieri, che di professione (lo dice più o meno lui) fa lo zio saggio. Tra Insigne e Zaniolo ci sono oltre trenta centimetri di altezza. Completamente rasi al suolo dalle capacità dei due di fare calcio. In una dimensione nobile del mestiere, dove le papere sono alte come i papaveri.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
