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Il foglio internazionale

La grande paura degli ebrei nel Regno Unito

Douglas Murray racconta il suo paese piombato nel più terribile antisemitismo. Dall’inizio di ottobre 2023, era chiaro dove tutto ciò avrebbe portato. Le prime marce per le strade di Londra e altrove includevano appelli aperti al jihad, all’Intifada e alla nascita di ‘eserciti musulmani’

Se martedì 7 ottobre aveste camminato lungo lo Strand a Londra, sareste stati accolti da centinaia di persone fuori dal King’s College. Il raduno è stato organizzato da studenti della London School of Economics e dell’University College di Londra. Hanno scandito ‘Intifada, intifada’ e ‘Lunga vita all’intifada’. Avevano scelto bene la data: ricorreva il secondo anniversario del massacro del 7 ottobre, in cui 1.200 israeliani furono uccisi e centinaia di altri presi in ostaggio. La festa dell’odio di martedì non è stata, ovviamente, un evento insolito. Le prime manifestazioni a sostegno del massacro degli ebrei del 7 ottobre si sono svolte nella zona ovest di Londra il giorno stesso del massacro. E da allora le manifestazioni non si sono fermate. Anzi, sono solo aumentate di numero”. Così Douglas Murray nella storia di copertina dello Spectator.

 

“Da due anni, gli abitanti di Londra, Manchester e altre città del Regno Unito devono sopportare sfilate settimanali, a volte quotidiane, di persone che celebrano le uccisioni e diffondono la diffamazione – la menzogna – secondo cui lo stato ebraico di Israele starebbe perpetrando un ‘genocidio’ a Gaza. In effetti, anche durante le prime grandi proteste nel Regno Unito, questi stessi manifestanti stavano già diffondendo l’affermazione che Israele stesse commettendo un genocidio. Questo accadeva prima ancora che le Forze di Difesa Israeliane entrassero a Gaza con l’obiettivo di trovare gli ostaggi e distruggere Hamas.

 

I semi piantati da queste menzogne sono fioriti rapidamente. Il 15 ottobre 2023, un richiedente asilo marocchino di 45 anni – Ahmed Alid – ha fatto irruzione nella camera da letto del suo coinquilino, un cristiano convertito dall’Islam, a Hartlepool. Ha aggredito Javed Nouri mentre dormiva. ‘Allahu akbar’, ha gridato Alid. Fuggendo dalla scena, ancora armato di coltello, Alid corse in strada per colpire chiunque incontrasse. Finì per accoltellare a morte un pensionato di nome Terence Carney. Alid disse poi alla polizia di aver aggredito Nouri perché era un ‘apostata’ e di aver ucciso il pensionato di passaggio perché voleva ‘che la Palestina fosse libera dai sionisti’ e ‘perché Israele stava uccidendo bambini’. La scorsa settimana a Manchester il desiderio dei manifestanti di ‘globalizzare l’Intifada’ ha avuto un altro successo. Il 2 ottobre, il trentacinquenne Jihad al Shamie ha scelto la festa religiosa ebraica dello Yom Kippur per sferrare un attacco alla sinagoga di Heaton Park. Tra le sue grida c’era anche ‘Allahu akbar’. Un fedele di 66 anni, Melvin Cravitz, è tra le persone uccise e ferite a seguito della furia omicida di al Shamie. Mentre al Shamie cercava di sfondare le porte della sinagoga, tenute chiuse dalla sicurezza e dai fedeli, ha urlato che questo è ciò che gli ebrei ‘si prendono per aver ucciso i nostri figli’.

 

La sua famiglia ha dichiarato di condannare le sue azioni. Ma è presto diventato chiaro che suo padre, un chirurgo traumatologico, aveva risposto al massacro del 7 ottobre elogiando i terroristi di Hamas come ‘uomini di Allah sulla terra’ e sostenendo che le azioni degli stupratori e assassini di Hamas quel giorno ‘dimostravano senza ombra di dubbio’ che Israele sarebbe stato distrutto. Subito dopo l’attacco di al Shamie, la polizia ha dichiarato di essere alla ricerca di un movente. Finché il nome dell’aggressore non è stato rivelato, rivelandosi letteralmente ‘Jihad’, la Bbc ha ipotizzato che l’attacco potesse essere avvenuto a causa di un aumento della retorica dell’estrema destra’. Il ministro degli Interni Shabana Mahmood ha dichiarato a Gb News: ‘L’unico responsabile di questo attacco è l’aggressore stesso’. In realtà, attacchi come questo accadono per una serie di ragioni, non ultima l’aumento della retorica e delle bugie di persone che hanno trascorso decenni a diffondere odio contro gli ebrei in generale e contro l’unico stato ebraico al mondo in particolare. Persino negli ospedali del Servizio Sanitario Nazionale (Nhs), gli ebrei non si sentono più al sicuro. La dottoressa Ellen Kriesels, pediatra presso un ospedale del nord di Londra, ha descritto Hamas come ‘combattenti della resistenza oppressi, non terroristi’. Un altro chirurgo del Nhs è stato radiato questa settimana dopo aver definito un altro utente dei social media ‘parassita circonciso’.

 

Anche la sicurezza nelle scuole è stata rafforzata. ‘Nessun altro gruppo religioso, per quanto ne so, deve avere un tale livello di protezione nei suoi luoghi di culto, nelle sue scuole, nei suoi edifici comunitari’, ha dichiarato a Reuters Richard Verber, dell’organizzazione benefica United Synagogue. ‘Stiamo parlando di recinzioni, stiamo parlando di spuntoni su rotaie, stiamo parlando di filo spinato, stiamo parlando di telecamere a circuito chiuso, stiamo parlando di tutto ciò collegato alle forze di polizia locali’. In realtà, ovviamente, i dati sui crimini d’odio sono solo un assaggio del problema. Non tengono conto di casi come il processo in corso a Walid Saadaoui e Amar Hussein, di Wigan, comparsi in tribunale a Londra nel maggio dello scorso anno. Sono accusati di aver pianificato un attacco terroristico con mitragliatrice ispirato dallo Stato Islamico contro le comunità ebraiche nel nord-ovest dell’Inghilterra. Entrambi si sono dichiarati non colpevoli dell’accusa di preparazione di atti terroristici. Dall’inizio di ottobre 2023, era chiaro dove tutto ciò avrebbe portato. Le prime marce per le strade di Londra e altrove includevano appelli aperti al jihad, all’Intifada e alla nascita di ‘eserciti musulmani’. L’incitamento non ha fatto che aumentare nei due anni successivi. 

 

Alla fine di ottobre 2023, l’allora ministro degli Interni Suella Braverman descrisse le proteste settimanali che attraversavano le città britanniche come ‘marce dell’odio’. Fu duramente condannata per questo, tra gli altri, dal nostro attuale ministro degli Esteri. Yvette Cooper affermò che l’uso del termine ‘marce dell’odio’ da parte di Braverman era ‘irresponsabile’. Nessuno nella comunità ebraica di Manchester è rimasto molto sorpreso da quanto accaduto. Molti avevano avvertito le autorità di questo paese per due anni dell’aumento della violenza e dell’odio contro gli ebrei. Ma i leader politici sono stati sordi a queste grida. La polizia ha ammesso di essere sopraffatta dalle dimensioni delle proteste e di non essere riuscita ad arrestare nemmeno una parte di coloro che hanno incitato al terrorismo nelle nostre strade. L’anno scorso, i lavori parlamentari sono stati alterati da una folla anti-israeliana a Westminster. Ma per tutto il tempo, chi detiene il potere è rimasto sordo anche agli esempi più chiari di questo odio seminato. Dal 7 ottobre 2023, innumerevoli moschee in questo paese hanno ospitato sermoni inneggianti agli attacchi di Hamas. La maggior parte di queste entità ha uno status di ente benefico, eppure né la polizia, né la Commissione per le Beneficenza, né il Ministero dell’Interno, né alcun altro si è preso la briga di fare qualcosa per contrastarlo seriamente.

 

Per fare solo un esempio, nei giorni immediatamente successivi al 7 ottobre, Harun Abdur Rashid Holmes del Nottingham Islam Information Point ha tenuto un sermone in cui ha offerto giustificazioni islamiche per il massacro di Hamas. A luglio, un altro predicatore, Asrar Rashid, si è rivolto ai manifestanti anti-israeliani per le strade di Birmingham. Ecco in parte ciò che ha detto: ‘Noi intraprendiamo la lotta armata e non ce ne vergogniamo. Abbiamo il jihad nel nostro Corano, e il jihad significa opporsi all’oppressione. Ciò che il popolo palestinese sta facendo oggi è un lotta armata, per opporsi allo stato dei banchieri, noto come Israele’. Alcuni potrebbero osservare che Asrar Rashid è fortunato a non essere una donna bianca di mezza età e che è fortunato a non aver rilasciato i suoi commenti sui social media, ma solo per le strade di Birmingham. Ma la verità è che gli eventi degli ultimi due anni hanno rivelato un problema evidente che è stato ignorato per troppo tempo: una cultura di aperta istigazione, menzogne e odio da parte di persone che odiano non solo lo stato ebraico e gli ebrei della Gran Bretagna, ma la nostra società nel suo complesso, e la considerano un bersaglio degno di terrorismo e distruzione. A quanto pare, era appropriato che le proteste pro Intifada di questa settimana si fossero radunate fuori dal King’s College di Londra.

 

L’università è una delle tante istituzioni britanniche ad aver ricevuto negli ultimi anni ingenti somme di denaro dal governo del Qatar, lo stesso governo che finanzia anche Hamas. Ma è doppiamente appropriato perché nell’aprile 2003, durante la Seconda Intifada, due musulmani britannici – Asif Hanif e Omar Sharif – entrarono in un affollato bar di Tel Aviv chiamato Mike’s Place e fecero esplodere un attentato suicida. Tre persone furono uccise e 65 ferite. I due autori erano studenti del King’s College. Infatti, si erano conosciuti lì. Gli ebrei di Manchester sono solo le ultime vittime dell’Intifada che la gente nelle nostre strade chiede da così tanti anni. E’ la loro sfortuna trovarsi in un paese che, per quanto forti siano queste grida e per quanto a lungo, si rifiuta di ascoltarle”.

(Traduzione di Giulio Meotti)

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