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Un Foglio internazionale

La settimana che ha scosso il vecchio ordine mondiale

Xi, Putin e i mullah iraniani cercheranno inevitabilmente di capitalizzare la loro opportunità storica: il declino occidentale

"Una frase ampiamente ma erroneamente attribuita a Lenin afferma che ci sono decenni in cui non succede nulla e settimane in cui accadono decenni. La  settimana tra l’8 e il 14 settembre è stata una di quelle settimane”. Così Walter Russell Mead sul Wall Street Journal.

“Israele ha attaccato i negoziatori di Hamas in Qatar e, nonostante l’intensificarsi delle proteste globali, si è mosso verso un’invasione e un’occupazione su vasta scala di Gaza City. Nel mezzo di un’ondata di attacchi informatici e sabotaggi contro i paesi europei, un folto gruppo di droni russi ha invaso lo spazio aereo della Polonia, membro della Nato. Il governo francese è caduto dopo aver perso la fiducia all’Assemblea nazionale. I partiti di estrema destra hanno continuato la loro avanzata in tutta Europa. Reform UK di Nigel Farage, il Rassemblement National (ex Fronte nazionale) di Marine Le Pen e Alternativa per la Germania (AfD) di Alice Weidel sono tutti in testa ai sondaggi nazionali. L’ex presidente brasiliano è stato condannato a 27 anni di carcere per aver pianificato un colpo di stato. L’ambasciatore britannico negli Stati Uniti è stato licenziato dopo la pubblicazione di imbarazzanti email inviate al suo ex amico Jeffrey Epstein. E l’assassinio di Charlie Kirk ha acuito i dubbi, in patria e all’estero, sulla stabilità sociale e politica degli Stati Uniti, il paese da cui dipende più che mai ciò che resta dell’ordine mondiale.

 

Ognuno di questi eventi avrebbe dominato le notizie di una settimana in tempi più tranquilli. Ciò a cui stiamo assistendo oggi è l’accelerazione della dissoluzione dell’ordine mondiale post-1945. Non si tratta solo del fatto che gli oppositori stranieri del vecchio ordine si siano uniti in modo più efficace per destabilizzarlo. I difensori dell’ordine stanno cedendo. Il pensiero confuso di una generazione di élite politiche, che scioccamente supponevano che il conflitto geopolitico fosse finito per sempre, ha lasciato l’occidente radicalmente impreparato ad affrontare la rinascita degli oppositori. Le università non forniscono più le basi intellettuali, culturali, diplomatiche e militari che consentono ai leader di pianificare saggiamente e li ispirano a guidare con efficacia. Con il declino del vecchio ordine, i suoi confini diventano sfumati e i suoi nemici li rispettano sempre meno. Questo sta accadendo in Europa, dove la Russia mette quotidianamente alla prova la sua convinzione che l’alleanza transatlantica sia più un bluff che una forza reale e viva. In questo contesto, se l’assassinio di Kirk esacerba la polarizzazione americana, le conseguenze saranno globali.

 

Il tempo dirà se i germogli della rinascita riusciranno a rinnovare l’occidente e se i populisti di nuovo potere sapranno assumersi le loro nuove responsabilità abbastanza rapidamente da evitare il disastro. Per ora, i sostenitori dell’attuale ordine mondiale mancano della convinzione e della chiarezza di visione necessarie per difenderlo. Xi Jinping, Vladimir Putin e persino i mullah iraniani, sconvolti, cercheranno inevitabilmente di capitalizzare la loro opportunità storica. Non c’è motivo di supporre che queste potenze perderanno presto interesse nell’indagare sulle debolezze dell’occidente”.

 

(Traduzione di Giulio Meotti)

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