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Un Foglio internazionale

Da Putin a Xi, l'oriente farà le scarpe a Trump

La presenza del leader russo al vertice in Cina ribadisce la sua scelta strategica di schierarsi con l’oriente per combattere l’occidente

"Il presidente cinese Xi Jinping sta facendo qualcosa di insolito questa settimana, sta facendo sparire Donald Trump dalla prima pagina” ha scritto nei giorni scorsi Walter Russell Mead sul Wall Street Journal.

“Le notizie che il mondo sta guardando non sono quelle di Washington. Tianjin, in Cina, è stata al centro dell’attenzione, mentre Xi teneva il più grande vertice  dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, sostenuta dalla Cina. Oltre a Vladimir Putin e al consueto gruppo di presidenti dell’Asia centrale, tra i partecipanti figurano il primo ministro indiano Narendra Modi, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e i leader di Iran, Pakistan, Egitto, Armenia e Azerbaigian. E’ stato un grande evento. La presenza di Putin ha dimostrato che, nonostante i tentativi dell’Amministrazione Trump di creare divisioni tra la Cina e i suoi alleati, i due supergiganti eurasiatici stanno ancora presentando un fronte unito. La presenza del presidente iraniano, in un momento in cui Germania, Gran Bretagna e Francia stanno spingendo per un inasprimento delle sanzioni delle Nazioni Unite contro la Repubblica Islamica in difficoltà, ha sottolineato il continuo impegno di Teheran per la causa della resistenza. E la presenza di Modi, il cui rapporto un tempo speciale con Trump si è ormai teso, è stata un invito a Washington a non dare per scontata l’India. Cina e America si stanno preparando per quello che Xi Jinping e Trump considerano entrambi l’evento principale del secondo mandato di Trump: i negoziati sulle relazioni commerciali tra le superpotenze del XXI secolo, geopoliticamente ostili ma economicamente intricate.

Usando carota e bastone commerciali, Trump ha consolidato la leadership americana su un’Europa cupa. Una strategia simile ha avuto meno successo con i partner asiatici degli Stati Uniti. Il Giappone sta facendo del suo meglio per collaborare con Washington. Altri alleati sono più difficili da controllare. Il vertice di Tianjin di Xi Jinping evidenzia quelli che la Cina considera i limiti del potere di Trump. Gli sforzi del presidente americano per creare divisioni tra Russia e Cina sono finora falliti. Putin si sta opponendo alla mediazione di Trump sull’Ucraina e la presenza del leader russo al vertice ribadisce la sua scelta strategica di schierarsi con l’oriente per combattere l’occidente. Trump non si è arreso, ma per ora la Cina sembra aver superato Washington nell’asta per la Russia, e Xi Jinping sta facendo il possibile per smascherarlo.  Cina e Stati Uniti presentano un mix asimmetrico di punti di forza e di debolezza che rende difficile prevedere l'esito di una lotta tra le due potenze. Trump ritiene che il bisogno della Cina di soddisfare il mercato di consumo americano costringerà Pechino a fare grandi concessioni. La Cina sembra credere che il bisogno mondiale dei suoi prodotti e delle materie prime strategiche che controlla costringerà Washington a scendere a compromessi. Trump ha avuto a che fare  con potenze molto più deboli della Cina e ha ottenuto una serie di vittorie. Nella fase successiva, si troverà ad affrontare una coalizione di paesi più forti guidata dalla Cina che desidera il fallimento degli Stati Uniti. Il tipo di accordo che Trump stringerà con la Cina definirà il suo posto nella storia  più di qualsiasi cosa abbia fatto o lasciato incompiuto nella sua presidenza fino a oggi”. 

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