Greta Thunberg alla partenza per Gaza del veliero di Freedom Flotilla (foto Ansa) 

un foglio internazionale

Ascesa e caduta delle ong (e dell'occidente)

La convinzione che le organizzazioni non governative stessero plasmando un nuovo mondo rifletteva le illusioni dell’establishment liberale americano dopo la caduta dell'Urss

Un articolo su Foreign Affairs, la principale voce di ciò che resta dell’establishment della politica estera statunitense, era crudo e, per alcuni, terrificante. ‘La fine dell’era delle ong?’ chiedeva il titolo, e il sottotitolo portava la brutta notizia: ‘Come la società civile ha perso il suo potere dopo la Guerra fredda’”. Così Walter Russell Mead sul Wall Street Journal. “Le autrici Sarah Bush e Jennifer Hadden hanno puntato il dito su uno degli sviluppi internazionali più importanti del nostro tempo. Dopo la Guerra fredda, i gruppi per i diritti umani, lo sviluppo e la promozione della democrazia, hanno acquisito importanza e influenza in tutto il mondo. Queste ong e i loro sostenitori si considerano rappresentanti della ‘società civile’. Negli anni 90, quando gli Stati Uniti erano una superpotenza unipolare e molti pensavano che la storia fosse finita, le ong sembravano conquistare il mondo. Gli autocrati di tutto il mondo tremavano alla prospettiva di ‘rivoluzioni colorate’, rivolte guidate dalla società civile che sfidavano dittatori dal Myanmar all’Ucraina. L’esempio della Polonia, dove il movimento Solidarnosc, con l’aiuto dell’occidente, spezzò il potere comunista e contribuì a far cadere il Patto di Varsavia, ebbe risonanza globale. I comunisti cinesi videro come i movimenti democratici posero fine alle dittature a Taiwan e in Corea del Sud e temevano che il contagio potesse diffondersi. L’arco della storia si stava piegando verso la giustizia, e le ong stavano rendendo possibile questo cambiamento. Non è così che stanno le cose oggi. Invece di Russia e Cina preoccupate per l’infiltrazione liberale dall’occidente, i governi occidentali si preoccupano della sovversione e della propaganda ispirate da Mosca e Pechino. Freedom House osserva che il 2024 è stato il 19esimo anno consecutivo in cui il mondo è diventato meno libero. Sulle ong, ci sono state accuse di sfruttamento sessuale ad Haiti e nella Repubblica Democratica del Congo, danneggiando la reputazione di organizzazioni come Oxfam Gran Bretagna e sollevando dubbi sull’intero settore. Citando la politologa Suparna Chaudhry, Foreign Affairs scrive che oltre 130 paesi in tutto il mondo hanno adottato diverse restrizioni sulle attività delle ong internazionali e finanziate dall’estero. Non sempre i paesi sono sciocchi o malvagi nel farlo. Molte cosiddette ong sono in gran parte finanziate dallo stato. Non è chiaro perché i governi dovrebbero permettere ad attori stranieri, per quanto saggi e ben intenzionati i donatori possano ritenerli, di intervenire nelle loro società senza supervisione o controllo. Ripensandoci, la convinzione che le ong stessero plasmando un nuovo mondo post-westfaliano rifletteva le illusioni dell’establishment liberale americano dopo la caduta dell’Unione Sovietica. L’America era al vertice nel mondo e i liberali della classe medio-alta controllavano ampiamente i media e le istituzioni governative americane. Entrambe le tendenze si sono invertite. Il potere americano è contestato a livello globale e i liberali della classe medio-alta, sfidati sia dal populismo trumpiano a destra che dalle politiche socialiste e identitarie radicali a sinistra, sono meno potenti politicamente e intellettualmente coerenti di prima. Il risultato è che le ong sono in ritirata disordinata in un mondo sempre più buio”.

(Traduzione di Giulio Meotti)

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