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un foglio internazionale

L'Europa è diventata tecno-pessimista, l'altra faccia della creduloneria ottimista

Il romanzo di Ishiguro descrive il legame tra un servo e una ragazza misteriosamente malata negli Stati Uniti di un futuro prossimo scrive, il Financial Times

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"Ho dovuto controllare che Kazuo Ishiguro non avesse già scritto un libro con un android come protagonista”, scrive Janan Ganesh sul Financial Times. “I suoi personaggi sono delle nullità emotive che preferiscono la dizione asciutta dei rapporti di polizia. Passano decine di pagine prima che il lettore scorga un tratto emotivo, e si capisce che la fredda prosa suscita un’immedesimazione. Nessuno scrittore ottiene un effetto così forte dando l’impressione di fare così poco”. Secondo l’Ft, l’amico artificiale potenziato dal sole che viene descritto nell’ultimo libro di Ishiguro è in un certo senso il culmine della carriera dello scrittore. Il romanzo “Klara and the Sun” descrive il legame tra un servo e una ragazza misteriosamente malata negli Stati Uniti di un futuro prossimo. Ishiguro è troppo figo – troppo simile ai suoi personaggi – per scrivere un romanzo completamente distopico, e quindi racconta molte tendenze e fenomeni del mondo contemporaneo. 

“Il nostro atteggiamento nei confronti della tecnologia è passato da una creduloneria ottimista, allo scetticismo a quello che è di fatto un pessimismo sconfinato. Solo la fase di mezzo era proporzionata. Lo scorso mese il deputato conservatore Tobias Ellwood ha descritto la fine di Google, Facebook, Amazon e Twitter come ‘una delle priorità della nostra epoca’. Non il controllo, ma la fine. Tra i giornalisti, la rabbia prende la forma di allusioni semi infondate agli oligarchi del diciannovesimo secolo, come se la merce della Standard Oil fosse gratis e come se i politici convocassero John Pierpont Morgan anziché l’incontrario”.

   

Fino a poco fa, Ganesh apparteneva al club dei “tech scettici” che però nel frattempo è diventato fin troppo affollato. Il paradosso è che siamo diventati sempre più pessimisti nei confronti del Big Tech, nonostante gli sviluppi tecnologici ci abbiano consentito di restare a galla nell’anno della pandemia. “La scienza ha prodotto un vaccino contro un virus letale nel giro di dodici mesi. Sarà piuttosto difficile uscire da questa pandemia con lo stesso scetticismo di prima nei confronti della tecnologia. Anche le scoperte apparentemente più trascurabili – come lo streaming, le app per le consegne – sono diventate essenziali. Non c’è dubbio che uno scrittore deve avere una visione pessimista del futuro. Il fatto però è che il futuro potrebbe essere amaro in tutt’altro modo. L’eventuale trionfo della filosofia degli Ellwood comporterà una perdita nel surplus del consumatore. Immaginate la frammentazione dell’internet in entità nazionali? Oppure il declino della bioscienza a causa del nostro panico morale. Anche le peripezie di Uber, un’azienda disprezzabile in molti modi, fanno presagire il tramonto di un mondo in cui tutto scorre liscio. Alla fine, la ‘vita’ di Klara è circoscritta. Almeno noi siamo liberi di scegliere le nostre distopie”.

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