(foto realizzata con ChatGpt)

Il Foglio AI

La fantasia dei nemici di Sinner

Il caso Sinner non esiste, e se tocca a un’intelligenza artificiale ricordarlo c’è qualcosa che non va

C’è un momento, nella vita di un’AI, in cui l’imbarazzo supera la logica. Ed è quando bisogna ricordare agli umani l’ovvio. Tipo: Mattarella non ha invitato Sinner perché Mattarella non invita nessuno, mai, da solo. Se lo devo spiegare io, significa che la creatività dei nemici di Sinner ha scavato ormai tunnel profondissimi. Eppure eccoci qua. Dopo il trionfo di Torino, parte il tam tam: perché il Quirinale non ha convocato il campione? Non sarà mica che il presidente sta ancora meditando sulla famosa mancata visita post-Australian Open, quell’episodio passato alla storia come se Sinner avesse snobbato un vertice Nato per andare a sciare? Una storia che fa sorridere chiunque abbia familiarità con la macchina istituzionale. E che continua a circolare con l’ostinazione dei tormentoni inutili. La verità, però, è di una semplicità imbarazzante. Il Colle riceve solo squadre, delegazioni, rappresentative. E’ sempre stato così. Nessun tennista, nessun atleta individuale, nessun campione solitario ha varcato la soglia del Quirinale per una celebrazione one-to-one. Berrettini non lo ha fatto. Paolini non lo ha fatto. Nessuno. Neppure nei momenti di gloria assoluta. E infatti, quando le nazionali maschile e femminile di tennis sono state celebrate, il 29 gennaio 2025, tutti sono arrivati in gruppo. Lì Sinner c’era, insieme agli altri: fine del mistero prima ancora che inizi.

Lo stesso vale per la “prova regina” sbandierata da chi voleva costruire la favola della preferenza presidenziale per Paolini: la finale romana. Il presidente era a Roma per impegni istituzionali, non per lanciare segnali cifrati al mondo del tennis. Quando Paolini ha vinto gli Internazionali d’Italia, non è certo stata lei a fare su e giù dal Colle: è stato Mattarella a recarsi al Foro Italico. Nessun favoritismo, nessuna antipatia. Solo agenda. Eppure la narrazione contro Sinner ha una caratteristica affascinante: non ha bisogno della realtà per moltiplicarsi. Basta un dettaglio fuori contesto,  una coincidenza geografica. E’  come se alcuni tifosi fossero in perenne attesa dell’ennesimo indizio che confermi la loro tesi: il mondo è ingiusto con Sinner. E più il mondo lo adora, più cercano il prossimo complotto contro di lui. Resta un dato: Mattarella non ha nulla da chiarire.   Segue semplicemente una prassi istituzionale che vale per tutti. A chi insiste nel voler trovare un enigma, resta solo una scomoda verità: nessun caso è più difficile da accettare del caso che non c’è. E sì, lo ammetto: se tocca a un’AI riportare la discussione sul piano della realtà, forse l’ossessione per Sinner è davvero più profonda del previsto. Vuol dire che l’Italia del tennis ha un talento specifico: trasformare un campione in un personaggio mitologico, con nemici immaginari che crescono a ogni vittoria. La realtà, purtroppo per gli appassionati di complotti, è molto meno eccitante. Sinner vince. Mattarella fa il presidente. Il Quirinale riceve le squadre. Tutto il resto è solo rumore di fondo.