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Banco BPM, utili in crescita e capitale solido: una delle banche più “disciplinate” del sistema

Nei primi nove mesi del 2025 l’utile netto tocca 1,66 miliardi (+17% adjusted), con un Cet1 al 13,5% e un ritorno alla crescita del credito. Margini sotto pressione, ma la redditività resta tra le migliori in Italia

Banco BPM archivia i primi nove mesi del 2025 con numeri solidi e una conferma di forza patrimoniale che la colloca tra le banche italiane più disciplinate. L’utile netto consolidato si attesta a 1,665 miliardi di euro, in linea con lo scorso anno ma in crescita del 17% su base adjusted. La banca ha già realizzato l’85% della guidance d’esercizio (1,95 miliardi) e ha approvato un interim dividend da 0,46 euro per azione, pari a 700 milioni complessivi, in aumento del 15% rispetto al 2024.

Il dato di bilancio riflette una gestione equilibrata: i ricavi operativi crescono del 5% a 4,48 miliardi, grazie all’aumento delle commissioni nette (+18,1%) e dei ricavi assicurativi (+30,6%), che compensano la flessione del margine di interesse (-8,7%) dovuta al calo dell’Euribor e alla compressione degli spread. La leva del gruppo resta però l’efficienza: gli oneri operativi calano del 2,1% a perimetro costante, il cost/income ratio migliora al 45,5%, e il costo del rischio scende a 34 punti base dal 40 del 2024.

Sul fronte patrimoniale, Banco BPM mostra una qualità del credito eccellente: crediti deteriorati netti all’1,37% del totale (0,77% al netto delle garanzie statali), sofferenze nette allo 0,1%, default rate sotto l’1%. Il CET1 fully phased al 13,52% e un MDA buffer di 401 punti base garantiscono ampia copertura prudenziale. I depositi crescono a 102,6 miliardi (+5,5% annuo), la raccolta indiretta raggiunge 280 miliardi includendo Anima, e il liquidity coverage ratio si mantiene al 157%.

L’integrazione di Anima Holding, acquisita per l’89,9% ad aprile, contribuisce a consolidare il modello “capital light”, in cui la banca fa leva su commissioni e fabbriche prodotto più che su margini d’interesse. È qui che si gioca la vera differenza con gli altri istituti domestici: meno esposizione ai tassi, più ricavi stabili e più disciplina nella gestione dei costi. Una banca prudente che, in un sistema ancora appesantito da incertezze geopolitiche e normative, si conferma solida, prevedibile e ben patrimonializzata.