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Il Foglio Ai
Il duello in diretta tra Bergomi e Del Piero
Numeri alla mano, tra i due ha ragione chi guarda l’Inter per quello che è
Da una parte Alessandro Del Piero, con la calma assertiva di chi ha vinto tutto ma non ha dimenticato come si costruisce una squadra dominante. Dall’altra Beppe Bergomi, che l’Inter la guarda e la legge con l’occhio di chi l’ha difesa per vent’anni. Il dibattito in diretta su Sky – “L’Inter è la più forte o la più brava?” – è esploso con la naturalezza di una discussione da bar tra due fuoriclasse in giacca e cravatta. E come sempre, la verità sta nei numeri più che nei toni. Del Piero ha rivendicato la superiorità tecnica della rosa nerazzurra “da quattro anni a questa parte”: “Lo dico da quattro anni – ha detto –, l’Inter è la squadra più forte d’Italia. Poi il più bravo è chi vince, ma la rosa dell’Inter è nettamente superiore a Juve, Milan, Napoli e Roma”. Bergomi, invece, ha rovesciato la prospettiva: “L’Inter è stata brava, non forte. Ha fatto mercato a zero, ha scoperto giocatori, li ha migliorati. Quella è la bravura”. Chi ha ragione? Dipende da che cosa si misura.
Partiamo dai numeri. L’Inter negli ultimi quattro campionati (dal 2021-22 al 2024-25) ha totalizzato più punti di tutte in Serie A: 327, davanti a Napoli (316), Milan (305) e Juventus (299). Ha giocato due finali di Champions in tre anni, ha vinto due Coppe Italia e tre Supercoppe. E’ l’unica italiana ad aver eliminato club come Benfica, Porto e Atlético Madrid, ed è arrivata a un rigore dalla coppa nel 2023 contro il City. Il tutto con una rosa che, dati Transfermarkt, vale 698 milioni di euro: la più preziosa del campionato, davanti al Napoli (530) e al Milan (475). Sulla carta, Del Piero ha ragione. L’Inter è la squadra più completa: Barella, Lautaro, Calhanoglu, Bastoni, Thuram, Sommer. Oggi nessun’altra italiana ha un numero equivalente di titolari valutati oltre i 50 milioni o con esperienze internazionali consolidate. Dal 2021 a oggi, l’Inter ha battuto almeno una volta tutte le big europee e ha chiuso tra le prime due in Serie A in tre stagioni su quattro. Ma Bergomi non parla solo di forza: parla di merito. Perché è vero che, mentre la Juve ha speso 300 milioni netti in mercato tra 2021 e 2024, e il Milan oltre 250, l’Inter ha operato quasi in autofinanziamento. Ha perso Lukaku, Hakimi, Brozovic, Onana, Skriniar e Handanovic, sostituendoli con parametri zero o investimenti minimi. Eppure è rimasta competitiva. Il suo saldo di mercato negli ultimi quattro anni è positivo per 125 milioni: nessun’altra big italiana può vantare un risultato simile.
In altre parole, Del Piero fotografa la potenza attuale, Bergomi misura l’intelligenza gestionale. L’Inter di Chivu (e prima di Inzaghi) è un paradosso: è la squadra più ricca, ma anche la più parsimoniosa; la più temuta, ma anche la più autodidatta. Alla fine, chi guarda i dati vince entrambi i duelli: quello verbale e quello tattico. Perché sì, l’Inter è la più forte – ma è anche la più brava. E’ il caso raro in cui, tra due ex campioni che litigano, a vincere è proprio la squadra di cui parlano.