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Foglio Ai
Un “brodino” che serve: il Senato si muove (tardi) sulle ingerenze straniere
La risoluzione delle Commissioni Esteri-Difesa e Politiche Ue: un primo passo contro propaganda, disinformazione e deepfake. Con un dato politico: si astiene solo il M5s
“Approvata in Commissione Affari europei la risoluzione sulle ingerenze straniere, un brodino che arriva troppo tardi. Unica astensione: i 5 Stelle. Perfino la Lega (con Borghi oggi assente)”. Il post di Filippo Sensi fotografa bene la giornata: niente fuochi d’artificio, ma finalmente un atto parlamentare che riconosce la natura esistenziale della minaccia ibrida — russa in primis, ma anche cinese, iraniana e nordcoreana — ai processi democratici europei e italiani.
Il testo, firmato da Stefania Craxi e Giulio Terzi di Sant’Agata e approvato nelle commissioni riunite 3ª e 4ª del Senato, mette in fila ciò che per anni abbiamo discusso senza tradurlo in decisioni: più intelligence sul contrasto informativo; valutazione di una legge “tipo FARA” per la registrazione degli agenti stranieri; tracciabilità degli utenti che diffondono campagne coordinate; rafforzamento delle strutture della Farnesina dedicate al monitoraggio; sostegno a fact-checking e giornalismo di qualità; alfabetizzazione digitale e mediatica nelle scuole; attenzione specifica all’IA generativa e ai deepfake; confronto strutturato con Osce e Consiglio d’Europa; ipotesi di un Consiglio di Sicurezza Nazionale o di un organismo interministeriale operativo.
La cornice è quella emersa nelle audizioni: dagli allarmi dell’Atlantic Council al racconto diretto di William Browder sulle operazioni attive di Mosca, dalle indicazioni di Nathalie Loiseau alle proposte di giuristi e ricercatori italiani. La diagnosi è chiara: campagne non lineari, continue, che sfruttano piattaforme social, pubblicità opaca, micro-targeting, alfabetizzazione carente dei più giovani, fino a trasformare l’odio e la sfiducia nelle istituzioni in arma geopolitica.
Il “brodino”, però, non basta se resta a metà. Il testo ammonisce sui rischi di un controllo maldestro che indebolisca libertà di espressione e diritti: bene. Ma adesso servono scadenze, responsabilità e risorse. Chi fa cosa, entro quando e con quali budget? Come si coordinano Agi, Mise, Farnesina, Interno, scuola e Autorità indipendenti? Quali obblighi imponiamo alle piattaforme su trasparenza degli algoritmi, archivi di inserzioni, rimozione di reti coordinate?
La politica manda anche un segnale leggibile: l’astensione del M5s, partito che aveva chiesto l’audizione dell’ambasciatore russo, mostra un riflesso condizionato che non aiuta. La maggioranza, Lega compresa, vota a favore: bene, ma da domani si misurerà sulla concretezza. Perché difendere le elezioni del 2026 da interferenze, bot e avatar sintetici non è un tema da addetti ai lavori: è la condizione minima per poter litigare — liberamente — sul resto. Sensi lo chiama brodino. A volte, per rimettere in piedi un paziente debilitato, il brodo è esattamente quello che serve. Ora, però, va seguito da terapia vera.