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La parabola della fiducia: meno anti-casta, più Parlamento

L’indagine Istat mostra che il vento è cambiato: cresce la fiducia nei luoghi della politica e cala quella verso la giustizia, l’istituzione che più aveva alimentato la sfiducia verso tutte le altre

C’è un paradosso interessante nei dati Istat sulla fiducia nelle istituzioni del 2024. L’anti-casta, un tempo carburante politico inesauribile, tira di meno. E il Parlamento – simbolo per anni della “casta” da abbattere – oggi piace di più. Il 40,8 per cento degli italiani dice di avere fiducia in Montecitorio e Palazzo Madama, lo stesso livello raggiunto dal Parlamento europeo. Nel 2018 erano poco più del 27 per cento.

 

La fiducia nei partiti resta bassa (22,4 per cento), ma non crolla. Quella nel governo nazionale è al 37,3, e nelle amministrazioni comunali addirittura al 48,3. Un miglioramento lento, ma costante, che racconta di un popolo stanco del disprezzo per la politica e forse più consapevole che, senza politica, non si governa niente. L’idea che la democrazia si difenda umiliando chi la rappresenta sembra aver perso presa. È il riflesso di un paese che, dopo anni di rabbia, scopre che la complessità non è un difetto e che il potere può essere controllato, ma non demonizzato.

 

In compenso, cala la fiducia in chi per anni ha beneficiato del mito dell’incorruttibilità: la magistratura. Il sistema giudiziario scende al 44 per cento di giudizi positivi, interrompendo il trend di crescita che aveva toccato il picco nel 2023. È un dato simbolico: la casta che più ha alimentato la cultura anti-casta è quella che oggi paga la propria delegittimazione. Quando ogni potere è stato raccontato come corrotto, anche la giustizia ha smesso di sembrare giusta.

 

La Presidenza della Repubblica resta ai vertici della fiducia (68,2 per cento), ma l’attenzione si sposta sui luoghi più “terreni” della democrazia: Comuni, Regioni, Parlamento. È come se, dopo anni di indignazione morale, gli italiani avessero deciso che l’unico modo per cambiare davvero le istituzioni non è distruggerle, ma tornarci a credere.